Un controverso ritratto ellenistico
Una parte
consistente delle sculture del Museo Torlonia – circa 270 - proviene
dalla raccolta di antichità di Vincenzo Giustiniani (1564-1637),
potente banchiere, mecenate e collezionista. Fu acquistata da
Giovanni Torlonia all’inizio del XIX secolo, quando la famiglia
Giustiniani, per difficoltà economiche, fu costretta ad alienare il
suo prestigioso patrimonio artistico. Tra le opere più ammirate è un
suggestivo ritratto in marmo bianco raffigurante un uomo
dall’espressione severa, con il volto dai tratti marcati e segnato
da un fervido realismo, con tutta probabilità un originale di epoca
medio ellenistica databile intorno al 200 a. C.
In origine era stato interpretato come un servo “pileato”, ovvero
recante il pileo, berretto comunemente indossato da individui di
umile estrazione. In seguito si è data una diversa interpretazione
del copricapo, assimilandolo alla kausia macedone, considerata,
insieme con il diadema, attributo regale e simbolo di potere a
partire da Alessandro Magno. Di conseguenza nella figura virile
ritratta è si è creduto di vedere Eutidemo I, dinasta ellenistico
vissuto a cavallo tra il III e il II secolo a. C., regnante sulla
Battriana, una regione dell’Asia Anteriore in parte corrisponde
all’attuale Afghanistan, che aveva fatto parte dell’impero di
Alessandro Magno. La sua iconografia è nota attraverso molte monete
che lo ritraggono, attraverso gli anni, come giovane, di mezza età e
anziano. Nella testa Torlonia si notano la stessa piega della bocca
e un simile profilo deciso e piuttosto grossolano. Qualcuno, invece,
la considera il ritratto di un generale.
di
Alessandro
Venditti
24
marzo 2021
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