Paolo Narducci e la battaglia del
30 aprile 1849
Cerimonia a porta Pertusa
In occasione del centosettantesimo
anniversario della battaglia che il 30 aprile 1849 vide i romani
vincere e respingere indietro i francesi decisi a restaurare il
potere pontificio, si è tenuta una suggestiva cerimonia a porta
Pertusa, nella parte più alta delle mura Vaticane. Proprio qui
infatti i difensori della Repubblica Romana seppero tenere testa al
nemico anche grazie al valore di un giovane artigliere, il tenente
romano Paolo Narducci, considerato il primo caduto per Roma
repubblicana.
Alla manifestazione, organizzata dai Garibaldini per l’Italia, hanno
partecipato, oltre agli appartenenti all’associazione, la presidente
del XIII Municipio, Giuseppina Castagnetta, la responsabile del
Museo della Repubblica Romana e della memoria garibaldina, Mara
Minasi, la fanfara dell’Arma dei Carabinieri, diretta dal maestro
Fabio Tassinari. Davanti alla porta, da tempo murata, è stata
deposta una corona d’alloro.
Dopo l’introduzione di Paolo Macoratti, presidente dei Garibaldini
per l’Italia e il discorso di Giuseppina Castagnetta, la giornalista
Cinzia Dal Maso ha ricordato l’eroica figura di Paolo Narducci,
studente dell’Accademia di San Luca e universitario della Sapienza,
che nel suo diario aveva mostrato un’eccezionale maturità nel
giudicare gli eventi che si svolgevano intorno a lui. Così lo aveva
descritto il suo medico, l’oculista Salvatore Alessi: “Appena appena
uscito dalla adolescenza, dal portamento nobile, sincero, sciolto in
ogni movenza, colla calma imponente del contegno, colla superiorità
del gesto, pareva fatto ad immagine dell'Arcangiolo di Guido Reni
che si vede nel convento dei cappuccini di Roma”. Attendendo
l’arrivo dei francesi, aveva ispezionato le mura vaticane in
prossimità della via Aurelia e aveva rilevato molte criticità.
Nella difesa di porta Pertusa, ad appena diciannove anni aveva
saputo battersi come un vecchio soldato, prima di essere ferito
mortalmente al petto.
I combattimenti durarono fino a sera. La guardia civica mobilizzata
comandata da Luigi Masi e le colonne mobili di Garibaldi e Galletti
costrinsero gli attaccanti a una ritirata disordinata che lasciò sul
campo più di 500 morti e 365 prigionieri.
Paolo, raccolto da due artiglieri, uno dei quali a sua volta ferito,
era stato portato nell’ospedale più vicino, quello di Santo Spirito,
dove sarebbe spirato il 2 maggio, alle due e mezza del mattino.
Purtroppo ancor oggi nessuna iscrizione ricorda la difesa della
porta Pertusa e il sacrificio di Paolo Narducci, come aveva notato
fin dal 1859 Luigi Huetter. La presidente del XIII Municipio ha
accolto con entusiasmo la proposta di rimediare a tale dimenticanza.
di
Alessandro
Venditti
11
maggio
2019
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