Il più antico cimitero
germanico di Roma
Il camposanto Teutonico
In via della Sagrestia, tra la basilica di San Pietro e la sala per
le udienze pontificie dedicata a Paolo VI, un alto muro racchiude il
camposanto Teutonico, il più antico cimitero germanico di Roma, che
occupa parte dell’area del circo di Caligola e Nerone, luogo di
martirio di tanti cristiani. Le sue origini sembrano risalire al
797, quando Carlo Magno ottenne da papa Leone III il terreno per una
chiesa, un ospizio, un ospedale e un cimitero. Nel 1054 vi si
seppellivano i pellegrini, quindi nel 1158 era assegnato agli
“ultramontani”. Solo nel 1360 Innocenzo VI lo dice riservato ai soli
tedeschi. Al tempo era molto più esteso di oggi e arrivava fino al
fianco della basilica, dove si innalzava l’obelisco attualmente al
centro della piazza.
All’inizio del Quattrocento il camposanto versava in pessimo stato e
necessitava di urgenti lavori di ristrutturazione. La notte vi si
introducevano i lupi provenienti dalla campagna per cibarsi delle
carni dei morti. Nel diario di Antonio Pietri si legge che il 30
giugno del 1410 furono catturati 5 di questi poveri lupi e una
volpe, che vennero appesi ai merli del palazzo Pontificio.
Finalmente nel 1445, grazie alla generosità di un tedesco, un tale
Fridericus, il cimitero venne protetto da un muro di cinta.
Secondo l’impianto seicentesco, il camposanto è diviso in quattro
aiuole la cui terra si ritiene provenga dal Calvario. Numerose sono
le sculture, mentre tutt’intorno si svolgono le stazioni della Via
Crucis volute nel 1757 dall’Arciconfraternita dei Teutonici. Nella
cappella della Flagellazione sono conservate opere d’arte che vanno
dall’VIII al XX secolo.
Elementi architettonici e scultorei provengono dalla chiesa di Santa
Elisabetta dei Teutonici, distrutta nel 1886 per l’apertura di corso
Vittorio Emanuele II. Tra questi quattro statue settecentesche in
marmo raffiguranti i Padri della Chiesa, San Girolamo, Sant’Ambrogio,
San Gregorio e Sant’Agostino.
Dal camposanto si accede alla quattrocentesca chiesa di Santa Maria
della Pietà attraverso un ingresso ricostruito tra il 1972 e il 1975
dall’architetto tedesco Elmar Hillebrand.
All’interno della chiesa riveste un particolare interesse la
Cappella Svizzera, dove sono state sepolte le guardie svizzere
cadute in difesa del Papa durante il sacco di Roma del 1527. La
cappella è affrescata da Polidoro Caldara, discepolo di Raffaello.
Tra i personaggi famosi sepolti nel camposanto ci sono Hermann
Kanzler, capo di Stato Maggiore delle Forze Armate dello Stato
Pontificio durante la presa di Roma del 1870, e il principe Giorgio
di Baviera.
di
Alessandro
Venditti
12
luglio
2019
©
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