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Un gioiello di architettura
prerinascimentale
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La grazia austera di palazzo
Capranica
Il rione Colonna conserva un gioiello
di architettura prerinascimentale, quasi unico a Roma nel suo
genere: il palazzo Capranica, che ha dato il nome alla piazza su cui
si affaccia.
Massiccio e austero, venne fatto costruire nel 1451 dal cardinale
Domenico Capranica, come collegio per l’educazione degli
ecclesiastici, in pratica il primo seminario romano. Alla sua morte,
avvenuta due anni più tardi, il fratello Angelo, anche lui
cardinale, aggiunse l’edificio sulla sinistra, in cui spostò il
collegio, destinando a residenza di famiglia la parte più antica.
Ecco perché la costruzione ha due portali marmorei. In quello di
sinistra si legge ancora COLLEGIUM CAPRANICENSE sotto cinque stemmi
abrasi, su quello di destra si riconoscono gli stemmi di Nicolò V,
quello del Popolo Romano e la data 1451. La scritta TEATRO CAPRANICA
è più tarda e si riferisce al teatro creato da Pompeo Capranica e
inaugurato nel 1679.
L’edificio originario, più basso dell’attuale, era costituito dal
piano terra e dal primo piano, dove si possono ancora ammirare sei
splendide finestre in marmo, tre bifore trilobate e tre guelfe
crociate. Sopra ai capitelli delle bifore si riconoscono gli stemmi
scalpellati dei Capranica. Nel Cinquecento la facciata era decorata
da affreschi che il Vasari attribuiva a Polidoro da Caravaggio e al
suo collaboratore Maturino da Firenze.
La torre, una delle più belle del Quattrocento romano, contribuisce
a dare a tutto l’insieme l’aspetto di un palazzo-fortezza. Forse già
esistente al momento della costruzione di palazzo Capranica,
potrebbe essere l’unica parte superstite del palazzetto Brancaleoni.
La loggia coperta è un’aggiunta posteriore.
Al pianterreno della torre è la cappella di Sant’Agnese, che lo
stesso cardinale Domenico Capranica considerava il più antico
oratorio romano dedicato alla martire. Sull’altare è un pregevole
dipinto di Antoniazzo Romano. Secondo la tradizione la torre sarebbe
stata elevata sui resti della casa di Sant’Agnese.
Nel XVII secolo l’eleganza della struttura fu gravemente compromessa
con l’aggiunta di un piano con semplici finestre rettangolari, ora
in gran parte murate. Nell’Ottocento, per volere di Pio IX, fu
creato un ulteriore piano con le soffitte.
Il teatro subì varie vicende e restauri. Fin dal 1692 vi si poteva
accedere a pagamento. Secondo fonti reazionarie, la sera del 14
novembre 1848 avrebbe ospitato la riunione di congiurati che lì
avrebbero deciso le modalità dell’assassinio di Pellegrino Rossi,
addirittura esercitandosi su un cadavere per essere sicuri di
infliggere al ministro un colpo mortale. Dal 1922 al 2000 fu
trasformato in cinema. Oggi ospita un centro congressi.
di
Cinzia Dal
Maso
26
gennaio
2019
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