Uno storico
edificio di via di Monserrato
Il cinquecentesco
Palazzo Fioravanti
Al civico 61 di via di
Monserrato, nel tratto finale affacciato su piazza Farnese, sorge il
cinquecentesco palazzo Fioravanti, che si distingue per l’elegante
portale delimitato da due colonne di travertino.
Venne costruito dal conte Antonio Massa di Gallese (1500-1568),
famoso giureconsulto che nel 1540 divenne cittadino romano,
esercitando il notariato e l’avvocatura e rivestendo molti ruoli
nell’amministrazione del comune capitolino. Nel 1650 fece parte del
collegio difensivo di Giovanni, Carlo e Alfonso Carafa,
rispettivamente nipoti e pronipote di papa Paolo V. Alfonso era
accusato, tra le altre cose, di aver rubato denaro e gioielli dalla
camera del pontefice morente.
Antonio Massa si spense a Roma il 17 maggio 1568 e fu sepolto nella
chiesa di San Pietro in Montorio, dove se ne può ancora ammirare il
severo monumento a edicola attribuito a Giovanni Antonio Dosio.
Il ramo maschile dei conti Massa si estinse nel 1722. Il palazzo
passò ai Fioravanti, originari di Pistoia, e nella pianta di Roma di
Giovanni Battista Nolli, del 1748, compare con il nome di Palazzo
Fioravante. Fu poi acquistato dai de Cadilhac, nobili di origine
francese, e infine dalla famiglia romana dei Calvi. Intorno al 1930
l’edificio venne restaurato dall’ingegnere Carlo Grazioli, a cui si
deve anche una sopraelevazione.
L’architettura dell’edificio si rifà a quella del vicino palazzo
Farnese, rispetto al quale ha una posizione leggermente arretrata.
Come spiega Paolo Portoghesi, “l’identico colore della muratura dei
due edifici, la medesima alternanza dei timpani delle finestre del
piano nobile, il tipo simile di bugnato angolare, sono altrettanti
inizi di una volontà indirizzata in tale senso”. Presenta al
pianterreno sei finestre a mensola. Al piano superiore le finestre
sono sette, sormontate da timpani alternativamente arcuati e
triangolari. Quella centrale è dotata di un piccolo balcone. Segue
un piano con finestrelle, sopra al quale è una bella loggia a tre
archi affiancata da quattro finestre, due per lato. Al di sopra del
cornicione riccamente ornato con mensole e dentelli è una graziosa
altana. Il lato del palazzo che si affaccia su via dei Farnesi è
molto più breve e ha un portale ad arco circondato da bugne.
Sull’angolo dell’edificio tra la fine del Cinquecento e l’inizio del
Seicento fu posta, all’altezza del primo piano, un’edicola sacra,
costituita da un ovale marmoreo sorretto inferiormente da un
cherubino e ai lati da due puttini. Dentro l’ovale è un affresco
raffigurante la Vergine con in braccio il Bambino, a cui San Filippo
Neri bacia un piede.
di
Antonio
Venditti
29 luglio
2018
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