Mostra nello spazio
espositivo dell’Ara Pacis
Spartaco e gli altri schiavi
Fino al 17 settembre 2017 lo spazio espositivo dell’Ara Pacis ospita
la mostra “Spartaco. Schiavi e padroni a Roma”, curata da Claudio
Parisi Presicce e Orietta Rossini con Lucia Spagnuolo
Una squadra di archeologi, scenografi, registi e architetti, in
stretta collaborazione, ha ricostruito la complessità del fenomeno
della schiavitù nell’antica Roma, partendo dalla grande rivolta
capeggiata dallo schiavo e gladiatore Spartaco tra il 73 e il 71 a.
C.
La mostra si articola in undici sezioni, nelle quali sono esposti
circa 250 reperti archeologici, inseriti in un racconto che si
avvale di istallazioni audio e video per riportare in vita voci,
suoni e ambientazioni del contesto storico.
In “Vincitori e vinti” vengono raccontate l’età delle conquiste e la
riduzione in schiavitù di decine di migliaia di vinti in ogni
campagna militare.
“Il sangue di Spartaco” descrive la sconfitta a opera delle legioni
di Crasso dei circa 70.000 ribelli capeggiati da Spartaco.
Con il “Mercato degli schiavi” si indaga una realtà fiorente in
tutto il Mediterraneo e presente nella stessa Roma
Gli “Schiavi domestici” evidenzia il privilegio, rispetto agli
addetti ai lavori pesanti, di chi condivideva con i padroni la vita
all’interno della casa.
Gli “Schiavi nei campi” tratta dell’agricoltura, un contesto
svantaggiato, per la fatica quotidiana, la presenza di un
sorvegliante plenipotenziario e a volte per l’uso delle catene.
“Schiavitù femminile e sfruttamento sessuale” apre uno spiraglio su
una triste realtà: la prostituzione era così frequente da renderne
necessaria la proibizione per legge.
“Mestieri da schiavi”: alcuni lavori conferivano un ulteriore
marchio di infamia per le prostitute, i gladiatori, gli aurighi e
gli attori.
Dell’impiego di “Schiavi bambini” nell’economia domestica padronale
restano molte testimonianze archeologiche.
La sezione “Schiavi nelle cave e miniere” descrive la triste
condizione di lavoro e di vita cui erano costretti coloro che
rifornivano di marmi e metalli preziosi la capitale e gli altri
centri dell’impero.
“Una strada verso la libertà” è dedicata alla manumissio,
l’occasione di riscatto offerta dal diritto romano agli schiavi più
meritevoli e a quelli che riuscivano, arricchendosi, a comprare la
propria libertà.
L’ultima sezione della mostra, “Schiavitù e religione”, esplora il
rapporto della schiavitù con alcuni aspetti del culto ufficiale
romano.
Chiudono il percorso i contributi forniti dall’Organizzazione
Internazionale del Lavoro, agenzia delle Nazioni Unite specializzata
nei temi del lavoro e della politica sociale, impegnata
nell’eliminazione del lavoro forzato e altre forme di schiavitù.
di
Alessandro Venditti
23 luglio
2017
©
Riproduzione Riservata
|
|
CONCORSO LETTERARIO:
LA MIA ROMA - I EDIZIONE |
|