Sulla casa di via di Ripetta
in cui abitò Angelo Brunetti
Il busto di Ciceruacchio
Al numero 248 di via di Ripetta un busto e due lapidi ricordano il
luogo dove aveva abitato Angelo Brunetti, personaggio carismatico,
semplice e schietto, molto amato dal popolo, nato il 27 settembre
del 1800. Nella più tenera età la madre gli aveva dato il soprannome
di Ciceruacchio per il suo aspetto paffuto. In seguito si era messo
a fare il carrettiere e trasportava vino dai Castelli al porto di
Ripetta. Possedeva un’innata capacità dialettica rafforzata dall’uso
esclusivo del romanesco e una naturale eleganza nel vestire. Presto
conquistato dagli ideali risorgimentali, se ne fece portavoce fra i
popolani. Nel luglio del 1849, caduta la Repubblica Romana,
Ciceruacchio, con i figli Luigi e Lorenzo, di appena 13 anni,
lasciava Roma al seguito di Garibaldi per andare a portare soccorso
alla Repubblica Veneta. Catturato dagli austriaci, fu fucilato
insieme ai suoi figli a Ca’ Tiepolo, la notte tra il 10 e l’11
agosto.
Appena Roma divenne italiana un’apposita commissione lanciò, il 20
ottobre del 1870, una sottoscrizione pubblica per innalzare un
monumento funebre a Brunetti, le cui spoglie si trovavano ancora in
Veneto. La commissione chiese ed ottenne a tale scopo un’area
gratuita al Verano, ma poi l’idea fu accantonata per ripiegare su un
modesto busto da sistemare per l’appunto in via di Ripetta. Nel
frattempo, però, il Comune di Roma aveva stabilito di mettere una
lapide in quello stesso punto, preparandone anche l’iscrizione. Ne
risultò una memoria composta di tre elementi. Sulla grande lapide
del Comune si legge: NATO DA ONESTI POPOLANI NEL 1800 / QUI DIMORO’
ANGELO BRUNETTI / DETTO CICERUACCHIO / OPEROSO ISPIRATORE DEL POPOLO
A LIBERTA’ / FUGGENDO LA SERVITU’ DELLA PATRIA / FU MORTO DA FERRO
STRANIERO / UNITAMENTE AI FIGLIUOLI LUIGI E LORENZO / IL 10 AGOSTO
1849 / S.P.Q.R. / 1871
Sopra questa lapide c’è il busto dell’eroe, realizzato con i fondi
raccolti dalla commissione – 1300 lire – e un contributo comunale di
circa 400 lire. E’ in marmo bianco e purtroppo non se ne conosce
l’autore. E’ inserito in una nicchia ovale e poggia su un mensolone
a voluta. Padron Angelo è’ raffigurato con i volto fiero, la fronte
alta, i capelli di media lunghezza pettinati all’indietro, la bocca
seminascosta dai baffi e una corta barba.
La piccola lapide relativa al busto trovò posto sotto quella più
grande: DALLA RICONOSCENZA DE’ CITTADINI / RESO IN EFFIGIE / QUI
DOVE VISSE PER LA PATRIA / 1872
Per un monumento vero e proprio Ciceruacchio avrebbe dovuto
aspettare il 1907. Nel gruppo bronzeo di Ettore Ximenes, attualmente
nel parco del Gianicolo, l’eroe è solo con uno dei suoi due figli.
di
Cinzia Dal Maso
11
giugno 2017
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