Solo il busto per il generale
Bixio
Un monumento mancato
Il 16 dicembre 1873 moriva un illustre patriota, fedele compagno di
Garibaldi, che si era distinto in tante imprese eroiche: aveva
partecipato alla prima guerra d’Indipendenza, nel 1849 si era
impegnato nella difesa della Repubblica romana, rimanendo ferito.
Aveva seguito Garibaldi nel 1859 ed era stato uno degli
organizzatori della spedizione dei Mille. Nel 1861 fu deputato, ma
tornò a combattere nella battaglia di Custoza del 1866 e per la
liberazione di Roma del 1870. Nel 1871 fu senatore del Regno, ma la
sete d’avventura non gli permetteva di rimanere fermo. Deciso a
dedicarsi al commercio con l’Estremo Oriente, armò una nave e partì
per le isole della Sonda. La morte che lo aveva risparmiato in tante
battaglie lo avrebbe colto durante un viaggio per conto del governo
olandese, sulla sua stessa nave, a largo di Sumatra, per il colera.
Benedetto Cairoli e Urbano Rattazzi, a nome di un comitato
nazionale, fin dal 1884 avevano chiesto al Comune di Roma di
accogliere, contribuendo alla spesa, una statua di Bixio che era già
pronta per essere fusa in bronzo e che si sarebbe dovuta collocare
sul Gianicolo. Un omaggio dovuto, per il quale il Comune propose in
un primo tempo un contributo di 5 mila lire, portate a 8 mila nel
1887. Per un motivo o per un altro, il monumento non venne mai
realizzato. Certo Bixio era un personaggio di grande spessore, reso
però alquanto scomodo dal suo acceso e noto anticlericalismo.
Già nel maggio del 1887 lo scultore Biagio Salvatore portava a
compimento il busto del generale, come testimoniava la firma
dell’artista, oggi non più leggibile.
di
Cinzia Dal
Maso
8 maggio 2016
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