Nel 1890
presentava alla Mostra della Città di Roma il gruppo in gesso “Fra
le ginestre”.
Per il viale dell’Orologio al Pincio dava alla
luce, tra il 1887 e il 1888, il busto del matematico, astronomo e
cartografo fiorentino Paolo Dal Pozzo Toscanelli (1397 – 1482).
Si impegnò in
numerosi restauri: nel 1890 in quello del busto di Armellini al
Pincio. Nel 1893 operò su due sfingi presso l’emiciclo di Piazza del
Popolo e sui busti di Manzoni, Vittoria Colonna, Tortolini e Poletti
Gli furono commissionati anche alcuni busti di
eroi per la passeggiata del Gianicolo: quello del maggiore Giacomo
Pagliari è del 1895, quello di Quirico Filopanti, conosciuto anche
con lo pseudonimo di Giuseppe Barilli, è del 1911, come il busto di
Giuseppe Avezzana, ministro della Guerra durante la Repubblica
romana. La Società dei reduci delle patrie battaglie “Giuseppe
Garibaldi” di Roma aveva richiesto al Municipio il collocamento al
Gianicolo dei busti di Oreste Tiburzi e Filippo Casini. Il primo fu
eseguito dal Temperoni, il secondo dal Pantaresi, che si servì di un
modello in possesso della famiglia dell’eroe.
Secondo un annuario del 1898, in quell’anno
abitava – o aveva lo studio – al n. 66 di via Mario dei Fiori, a due
passi da piazza di Spagna.
Tra il 1908 e il 1910 aveva scolpito, per
l’attico del portico del Vittoriano, una delle 16 grandi
personificazioni di regioni italiane, il Lazio. Il suo modello era
stato scelto dalla Commissione per
la “mossa ardita della figura, egregiamente composta sullo scudo
che le forma contorno ed appoggio al pilastro”.
Per
l’Esposizione internazionale di Roma del 1911 vennero realizzate
diverse costruzioni effimere, come l’ingresso d’onore in piazza
d’Armi, per il quale Pantaresi scolpì due statue, la Forza e la
Giustizia. In quello stesso anno, insieme con Candoni, fu autore
delle quattro statue raffiguranti la Fama che reggono corone
d’alloro in bronzo, poste a coronamento del prospetto centrale del
palazzo della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma.
Pantaresi si
dedicò anche alla scultura funeraria: è suo il bel bassorilievo con
un angelo che spicca il volo tenendo in braccio una bimba sulla
tomba Sacchi al cimitero del Verano.
Morì a Roma
quasi centenario, nel 1927.
di
Cinzia Dal
Maso
07 settembre 2015
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