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Ritrattista e autore di busti di personaggi illustri

Lo scultore romano Adolfo Pantaresi

 

 

 Adolfo Pantaresi era nato a Roma nel 1830. Fu un valido ritrattista e scolpì i busti di illustri personaggi. Nel 1880 eseguiva la statua di Sant’Agostino per la chiesa del Sacro Cuore a Roma, in via Marsala. Presentava numerose opere alle esposizioni di Belle Arti della Società Amatori e Cultori di Roma: nel 1883 un busto di Garibadi, nel 1884 un busto in gesso di Umberto I, nel 1888 un busto in gesso di Marco Papirio.

Nel 1890 presentava alla Mostra della Città di Roma il gruppo in gesso “Fra le ginestre”.

Per il viale dell’Orologio al Pincio dava alla luce, tra il 1887 e il 1888, il busto del matematico, astronomo e cartografo fiorentino Paolo Dal Pozzo Toscanelli (1397 – 1482).

Si impegnò in numerosi restauri: nel 1890 in quello del busto di Armellini al Pincio. Nel 1893 operò su due sfingi presso l’emiciclo di Piazza del Popolo e sui busti di Manzoni, Vittoria Colonna, Tortolini e Poletti

Gli furono commissionati anche alcuni busti di eroi per la passeggiata del Gianicolo: quello del maggiore Giacomo Pagliari è del 1895, quello di Quirico Filopanti, conosciuto anche con lo pseudonimo di Giuseppe Barilli, è del 1911, come il busto di Giuseppe Avezzana, ministro della Guerra durante la Repubblica romana. La Società dei reduci delle patrie battaglie “Giuseppe Garibaldi” di Roma aveva richiesto al Municipio il collocamento al Gianicolo dei busti di Oreste Tiburzi e Filippo Casini. Il primo fu eseguito dal Temperoni, il secondo dal Pantaresi, che si servì di un modello in possesso della famiglia dell’eroe.

Secondo un annuario del 1898, in quell’anno abitava – o aveva lo studio – al n. 66 di via Mario dei Fiori, a due passi da piazza di Spagna.

Tra il 1908 e il 1910 aveva scolpito, per l’attico del portico del Vittoriano, una delle 16 grandi personificazioni di regioni italiane, il Lazio. Il suo modello era stato scelto dalla Commissione per la “mossa ardita della figura, egregiamente composta sullo scudo che le forma contorno ed appoggio al pilastro”.

Per l’Esposizione internazionale di Roma del 1911 vennero realizzate diverse costruzioni effimere, come l’ingresso d’onore in piazza d’Armi, per il quale Pantaresi scolpì due statue, la Forza e la Giustizia. In quello stesso anno, insieme con Candoni, fu autore delle quattro statue raffiguranti la Fama che reggono corone d’alloro in bronzo, poste a coronamento del prospetto centrale del palazzo della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma.

Pantaresi si dedicò anche alla scultura funeraria: è suo il bel bassorilievo con un angelo che spicca il volo tenendo in braccio una bimba sulla tomba Sacchi al  cimitero del Verano.

Morì a Roma quasi centenario, nel 1927.

 

di Cinzia Dal Maso
07 settembre 201
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