Un’opera di Griselli salvata
dalla distruzione
La metamorfosi di un “Genio”
Tra il 1937 e il 1939 Gaetano Minnucci realizzava il Palazzo degli
Uffici dell’Ente autonomo EUR, il primo a essere innalzato tra gli
edifici del grande progetto E42, la grande mostra romana mai
allestita a causa dello scoppio della guerra.
All’esterno del palazzo fu posta una monumentale statua bronzea
dello scultore toscano Italo Griselli (Montescudaio, 10 agosto 1880
– Firenze, 4 agosto 1958), realizzata nel 1939. Alta circa due metri
e mezzo, si innalza su un basamento cilindrico in marmo rosato.
Raffigura un giovane atletico e muscoloso, in nudità eroica, con il
braccio destro alzato per accogliere, con il saluto romano, i
visitatori della mostra. Fu chiamato il “Genio del fascismo”.
Alla fine della guerra, con la caduta del regime, ci si trovò in un
grande imbarazzo. Cosa si poteva fare di quell’ingombrante statua?
Assurdo pensare di distruggerla: Griselli era un artista di tutto
rispetto, che aveva lavorato anche al Vittoriano, con l’allegoria
della Toscana. Il gruppo marmoreo de “Il valore militare” del ponte
Vittorio Emanuele II gli aveva fatto conferire il prestigioso titolo
di Cavaliere della Corona d’Italia.
Alla fine si trovò la soluzione, trasformando il gesto imbarazzante
con una piccola modifica. Alle mani della statua fu aggiunto un bel
paio di guantoni di bronzo e così il giovane diventava un pugile
nell’atto di alzare il braccio per annunciare la propria vittoria.
Fu corretta anche la scritta in lettere di bronzo saldate sul
basamento. Oggi infatti vi si legge “Genio dello Sport”.
di
Alessandro
Venditti
20 settembre 2015
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