Roma e i suoi "Beni culturali"
al centro delle nuove
puntate di Petrolio.
Intervista al conduttore Duilio
Giammaria sul passato,
la politica e le nuove sfide che attendono la Capitale.
Beni culturali è la parola chiave, La caccia al
tesoro continua è il titolo della prima puntata. Parliamo di
Petrolio, il programma di approfondimento che con il linguaggio che
caratterizza la ricerca delle verità, porta in superficie fluidità e
grumi di un mondo incentrato sulla "ricchezza". Riparte il 2
novembre su Raiuno in seconda serata ogni lunedì con in studio
Duilio Giammaria, giornalista già inviato Rai nei luoghi più impervi
per raccontare scenari di guerra, e ora ancorato per la maggior
parte del tempo a Roma, città secondo lui intrigante per via delle
contraddizioni...
Lei vive a Roma per lavoro, la sceglierebbe anche come luogo per
trascorrere il tempo libero?
Direi che Roma ha mille volti e proprio per questo voglio darle
la chance di poter un giorno essere una città moderna. Il problema
sono i cittadini romani che forse non credono tanto in essa...
In che senso?
Parlo di quell'atteggiamento un po' rinunciatario che
contraddistingue chi nei tanti problemi di Roma vive ogni giorno,
senza tuttavia credere nelle soluzioni che pure ci sono.
Crede quindi che la scommessa persa da Marino possa essere un giorno
vinta da un'altra amministrazione?
Dopo la defaillance della recente amministrazione abbiamo tutti
capito quanto sia difficile governare una città così complessa; ad
esempio ci sono due sovrintendenti ai Beni culturali e così via;
questa parcellizzazione di cariche si riversa anche sulle
responsabilità che alla fine inevitabilmente si perdono.
A proposito di Beni culturali, ed a proposito del suo programma
Petrolio, perché avete scelto questo tema caldo per ripartire con la
nuova serie?
Perché è un tema centrale per Petrolio, la prima puntata che andò
in onda nel 2013 fu dedicata proprio a questa enorme ricchezza che
contraddistingue l'Italia, forse ancor di più in quanto l'Italia non
se ne accorge...
Vale a dire?
Il British Museum nel 2013 per esempio ottenne di realizzare
una mostra incredibile su Pompei che ebbe un grande riscontro di
pubblico.
Cosa manca a noi per fare dei beni culturali il "petrolio" del
Paese?
Diciamo che con la Riforma Franceschini di cui parleremo nella prima
puntata con il Ministro in persona, ci stiamo muovendo nella
direzione giusta, poi si sa, le riforme possono portare dovunque e
da nessuna parte.
Ed i programmi televisivi, ovvero i media in generale, quale
contributo possono dare per sensibilizzare la collettività?
Per quanto ci compete, il lavoro svolto in questi anni credo
abbia contribuito ad accrescere il dibattito politico sull'emergenza
dei beni culturali e sul loro ruolo di campanello d'allarme.
Roma deve prepararsi, ormai manca poco, ad un evento straordinario
come il Giubileo. Ce la farà?
Sicuramente è una grande opportunità per la città, come polo di
attrazione della civiltà che si riunisce sotto il ruolo guida che
Papa Francesco è riuscito a riprendere. Infatti dedicheremo una
puntata al Giubileo in cui prenderemo in esame le difficoltà di Roma
ma anche la capacità di mobilitazione proprio a livello delle
coscienze, che questo papato ha scosso. Il fenomeno è dunque
veramente indicativo per noi della potenza catartica che comporta un
evento storico culturale ed artistico come questo.
Appuntamento dunque il 2 novembre e fino al 30 dicembre per seguire
le inchieste e i reportage sulle grandi questioni italiane ed
internazionali guidati da Duilio Giammaria che comunque, alla fine,
ci confida di amare Roma tanto quanto Parigi, eletta città del
cuore.
In cosa sono simili?
E' curioso ma Roma ha tutti gli aspetti positivi che la
accomunano a Parigi e anche tutti gli aspetti negativi che la
diversificano!
di
Irene
Mandolesi
29 ottobre 2015
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