E’ troppo
piccola e misera la nuova pianta
L'ALBERONE DI VIA APPIA
Non sono proprio contenti del nuovo Alberone i
residenti dell’Appio Latino. Lo trovano troppo piccolo e striminzito
per un nome così altisonante. E pensare che il suo illustre
predecessore, una quercia secolare cresciuta lunga la via Appia
Nuova, all’angolo con via Gino Capponi, era così maestoso da dare il
nome a un’ampia area di Roma e alla piazza su cui si innalzava. Su
quella quercia, per celebrare l’anniversario della rivoluzione
sovietica, all’alba del 7 novembre 1943 un membro di “Bandiera
Rossa” – Lillo Pullara – si era arrampicato e vi aveva legato una
grande bandiera rossa con falce e martello. Quel gesto sarebbe
costato caro a Pullara: in seguito a una delazione il 19 dicembre
venne arrestato e condotto a via Tasso, dove subì torture
indicibili.
La quercia poi era morta ed era stata
sostituita, nel 1986, da un enorme leccio, che aveva resistito allo
smog e alle intemperie fino a quel violento temporale che il 7
novembre del 2014 lo aveva danneggiato così gravemente da renderne
necessario l’abbattimento. Ma per la Festa nazionale degli Alberi,
il 21 novembre successivo, era arrivato un altro leccio che aveva un
secolo e mezzo. Era alto 10 metri ed è stato pagato circa 15 mila
euro, ma si era ben presto seccato, forse anche per la scarsa
manutenzione. Dopo nemmeno un anno, perciò, alla fine dello scorso
mese l’albero è stato abbattuto per essere sostituito nuovamente. Il
Comune aveva chiesto e ottenuto dal vivaio la sostituzione della
pianta, che era ancora “in garanzia”. Ma una manovra errata della
gru che piantava il nuovo albero lo aveva rovinato
irrimediabilmente. Finalmente qualche giorno fa è arrivato – da un
altro vivaio - l’ultimo Alberone, un giovane leccio di venti anni,
alto appena sei metri.
di
Antonio
Venditti
9 novembre 2015
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