Il colore di Solveig Cogliani al Complesso del
Vittoriano
Roma e la Grande Guerra
Dal 17 al 29
marzo 2015 la Sala Giubileo del Complesso del Vittoriano (via San
Pietro in Carcere) ospita la mostra “Roma, la Grande Guerra”:
diciassette opere, di cui dieci inedite, della pittrice Solveig
Cogliani. L’arista, di origini siciliane, ma nata a Roma il 10
aprile 1967, nel centenario del primo conflitto mondiale propone un
viaggio nello spazio e nel tempo, tra memoria e narrazione.
L’esposizione,
con ingresso libero, è dedicata al rapporto della città con gli
eventi bellici, in un volo di colori e materia sulla città eterna.
Tra i soggetti scelti ci sono il monumento al Milite ignoto e la
statua equestre di Marco Aurelio in Campidoglio, con il ciuffo di
peli sulla testa del cavallo, la mitica civetta pronta a svegliarsi
per annunciare con il suo lugubre canto la fine del mondo. Ci sono
poi, sempre sul Campidoglio, i Dioscuri, quindi il viaggio continua
con i quattro siti a cui Respighi aveva dedicato i suoi “Pini di
Roma”: la via Appia, le catacombe, villa Borghese, l’arco di Giano.
L’esposizione
ha il patrocinio di Regione Lazio e Roma Capitale, in collaborazione
con iTAM Comunicazione, la Galleria Michelangelo di Roma e
l'Associazione culturale Centrartemediterranea. L’organizzazione e
la realizzazione sono di Comunicare Organizzando.
Il catalogo
della mostra – con un saggio critico di Claudio Strinati - è di
Gangemi editore. “Il ricordo della Storia, unito alle suggestioni
della leggenda, ed entrambi confusi in una caduta che ha
progressivamente liquefatto l’identità di una città nella sua
inarrestabile deriva multiculturale, rivivono nella febbrile
intensità cromatica e nella suggestione manipolativa delle forme che
il tratto di Solveig Cogliani incide con chirurgica devozione”,
scrive Roberto Politi nell’introduzione. “Attenta ad una
rielaborazione al tempo stesso filologica e trasgressiva, Cogliani
esalta in immagine la multimedialità delle espressioni, riconoscendo
a Roma che le appartiene come una ormai logora tavola di
palcoscenico, anche la traduzione visionaria del linguaggio
musicale, alla quale approda con vivida intensità nel tornare a
scandire sulla tela le linee sonore di Respighi”.
Immagine-simbolo della mostra è “Roma, la Grande Guerra” (tecnica
mista su tela di lino, 100x100, 2014) che con tenerezza e
drammaticità rivolge uno sguardo ai nostri soldati caduti,
attraverso l’immagine dei loro calzari. A essa si contrappone "Le
età della vita" tecnica mista su tela di lino, 100x100, 2014), una
controcitazione che rompe la tensione facendo affiorare attraverso
le scarpe femminili il canto futile e giocoso della quotidianità
indifferente.
di
Alessandro
Venditti
14 marzo 2015
©
Riproduzione Riservata
|
|
CONCORSO LETTERARIO:
LA MIA ROMA - I EDIZIONE |
|