Esportavano animali esotici, grano e olio
Commercianti africani a Ostia
In molti dei mosaici che coprono i pavimenti
del portico del piazzale delle Corporazioni a Ostia Antica si fa
riferimento a centri che intrattenevano rapporti commerciali con
Roma. Si può notare una certa tendenza delle città di una stessa
provincia o area geografica a mettersi una vicino all’altra. Ad
esempio, le stanzette del lato orientale furono occupate
prevalentemente da collegi e imprenditori dell’Africa
Settentrionale, lontana da Ostia appena sette giorni di navigazione
e grande produttrice di grano e olio. Possiamo citare i mosaici
degli armatori di Misua, nel golfo di Cartagine, di Hippo Diarrhytus
e Syllectum in Tunisia, di Cartagine. I commercianti di Sabratha, in
Libia, avevano rappresentato nel loro spazio un elefante, simbolo
del commercio dell’avorio e dei pachidermi per i giochi
dell’anfiteatro.
Alcuni mosaici dei lati settentrionale e
occidentale si riferivano all’Egitto, che in epoca romana non
rientrava nel concetto geografico di Africa, ma costituiva una
provincia a sé. Splendida è la raffigurazione del Nilo, con le sue
acque fluenti e un enorme delta. Un cervo, un cinghiale e un
elefante con tutta probabilità alludevano agli animali che i romani
importavano dall’Egitto per impiegarli in giochi e “venationes”
(spettacoli di caccia).
I commercianti della Mauritania avevano scelto
a loro simbolo una produzione di cui andavano fieri: tra due palme
da dattero giganteggia una panciuta anfora olearia, simile in tutto
e per tutto a quelle che, nel corso del III secolo d. C., la
provincia inviava a Ostia in grande quantità.
di
Cinzia Dal
Maso
17 maggio 2015
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