Oltre 3.500 tra iscrizioni,
monumenti e cippi
Apre il Lapidario
Vaticano
Conto alla rovescia in Vaticano per l’apertura del Lapidario, finora
annesso alla Biblioteca e vietato ai turisti per motivi di
sicurezza, visto che si trova sotto all’appartamento pontificio.
Motivi di sicurezza che non sussistono più, dal momento che papa
Francesco preferisce abitare a Santa Marta.
E allora il percorso dei Musei si amplierà con questa galleria lunga
186 metri, con alle pareti e sul pavimento la bellezza di 3.559 tra
iscrizioni, monumenti e cippi, sia pagani che cristiani, per un arco
di tempo che va dal I secolo a. C. al VI d. C.
Il Lapidario venne istituito nell’ormai lontano 1805 e ordinato da
Gaetano Marini.
Alcuni reperti sono particolarmente importanti, come il grande
rilievo mitriaco del II secolo proveniente dagli scavi nel tempio
delle Sette Sfere a Ostia effettuati nel 1805, al tempo di Pio VII.
Vi è scolpito il dio mitra nell’atto di uccidere il toro. In un’ara
rinvenuta presso Sant’Agnese si vedono due fabbricanti di coltelli,
Lucio Cornelio Altimeto e il suo liberto Epafra. Su un lato i due
battono il ferro, mentre sull’altro sono in un negozio con i loro
prodotti disposti in ordine, mentre un cliente acquista un coltello.
C’è perfino la lapide di un’estetista, Iulia Agele, arrivata alla
bella età di 80 anni, raffigurata con il fornello che usava per
scaldare la resina con cui depilare una cliente, in attesa a gambe
scoperte.
A una lapide con i fari dei porti di Alessandria e Ostia, e due
statue che ne rappresentano i geni, sono state aggiunte una croce,
un’alfa e un’omega, per riutilizzarla in una sepoltura cristiana.
Commovente l’epigrafe che racconta di Quinto Volusio Anthus, un
bimbo che giocava con il padre ed è finito sotto la ruota di un
carretto.
di
Annalisa Venditti
8 gennaio 2015
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