Erano almeno
undici, distribuiti nei vari quartieri
Bagni privati a Ostia antica
In epoca adrianea a Ostia furono realizzate le
Terme dei Cisiarii, ossia i vetturini, forse riservate ai membri di
un collegio. Si trovano presso porta Romana e sono ben note ai
visitatori dell’area archeologica, soprattutto per un singolare
mosaico ben visibile dalla strada asfaltata: vi è raffigurata
simbolicamente la stessa Ostia, con la sua doppia cinta muraria.
Quattro Telamoni disposti in diagonale, ognuno con una torre sulla
testa, sostengono le mura più interne, quelle del castrum
repubblicano, risalenti al V o al IV sec. a.C.
La cortina difensiva di epoca sillana chiude e
fa da cornice all’intero mosaico, dove si animano figure che
vogliono rappresentare la vita dei vetturini e della città: i
carrettieri, alla guida del loro calesse (“cisium”), affrontano un
viaggio, fanno sosta per riposare, attraccano i loro muli, di
alcuni dei quali sono riportati i nomi, che si possono tradurre come
“Podagroso”, “Vergognoso” o “Balordo”.
Nuotatori e mostri marini stavano a ricordare
che la vita e la prosperità di Ostia erano strettamente legate
all’elemento acquatico.
La decorazione più singolare è quella dello
spogliatoio delle Terme dei Sette Sapienti, sulle cui pareti vennero
dipinti, in epoca traianea, i famosi saggi dell’antichità, con i
nomi scritti in greco, accompagnati da scherzose frasi latine, con
espliciti riferimenti alle quotidiane funzioni intestinali, del
tipo “per defecare bene, Solone si toccò il ventre”.
La licenziosità delle espressioni contrasta
paradossalmente con l’accuratezza dei caratteri e la solennità delle
figure, derivate da un modello classico, forse un dipinto del IV
sec. a.C.
Nella parte inferiore della parete ci sono
altre figure, piuttosto rovinate, ma con atteggiamenti e scritte
analoghe: “dimenati e la farai prima, ora mi sbrigo”.
Nella parte alta del muro e sulla volta sono
dipinte alcune anfore, una delle quali reca il nome del famoso vino
campano, il Falerno: l’ambiente doveva essere originariamente
un’osteria e il suo gestore voleva porre in risalto le virtù
digestive del suo vino.
Alcuni ambienti balneari furono modificati nel
corso degli anni, come le Terme del Mitra, un ambiente delle quali
venne adattato, nella seconda metà del IV o nel V sec. d.C., a luogo
di culto della religione cristiana, con l’aggiunta di due absidi e
di una sorta di presbiterio delimitato da una balaustra.
Una stanza poco distante conserva la sua
decorazione pagana, con un mosaico di età adrianea raffigurante
l’episodio di Ulisse e delle sirene, mentre in uno spazio
sotterraneo venne ricavato un mitreo, dove si rinvenne la statua di
culto oggi sostituita da un calco e conservata al Museo degli
Scavi.
di
Cinzia Dal
Maso
02 agosto 2015
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