In
origine si trattava di una tenuta agricola
Villa Flora, un patrimonio da
difendere
Nel quartiere Portuense, su un’altura da cui lo sguardo può
spaziare sui Colli Portuensi e sulla vallata di Papa Leone, sorge un complesso
potenzialmente molto bello, che si estende per 1160 metri quadrati, ma
notevolmente trascurato e bisognoso di urgenti lavori di restauro: villa Flora,
a cui si accede da due
ingressi: uno in via Portuense 610, l’altro in via
Isacco Artom.
In origine si trattava di una tenuta agricola, come la
maggior parte delle strutture simili che sorgevano in direzione di Fiumicino,
nota nei documenti otto – novecenteschi come villa Signorini. Il nome attuale si
deve alla casa generalizia dell’Ordine dei Servi di Maria, che chiamarono il
complesso Hotel Flora, poi espropriato dalla Regione Lazio per realizzare un
parco pubblico attrezzato nel quartiere Gianicolense. Nel 1978 la villa fu
acquisita dal Comune di Roma .
Un viale dal disegno moderno, pavimentato con mattonelle a
spina di pesce, fra siepi di oleandri e cipressi, conduce alla palazzina
signorile, a due piani, con un balcone al primo piano poggiante su colonne. E’
in stile eclettico con caratteri medioevali e rinascimentali. E’ dotata di una
robusta torretta neogotica a bifore e coronata da merli poggianti su mensole in
mattoni. Sul piazzale antistante la villa svettano palme, cedri e pini,
risalenti alla sistemazione originaria del luogo. Dietro la palazzina e ai lati
di essa si trovano vari edifici di servizio, case coloniche organizzate come un
borgo agrario, alcune delle quali ospitano associazioni che operano nella
Circoscrizione. Girando intorno al lato destro dell'edificio si arriva a una
delle due serre ottocentesche in stile neo - medioevale: molto bella, è in
ghisa e vetro, ed è appoggiata a un muro e seminascosta da piante di fico.
Risulta visibile dall'ingresso al parco posto su Via Artom. A sinistra della
palazzina si trova invece una fontana circolare circondata da cipressi. Non
manca una parte riservata ai giochi per bambini. Il lato orientale è a prato,
bordato da oleandri e piante di e alloro. C’è anche una zona dedicata alle
passeggiate dei cani.
La parte del parco più distante dalla palazzina è stata
interamente rimaneggiata e piantata a pini e cipressi negli anni '60.
Dei due casali presenti nell’area, uno è molto rovinato,
mentre l’altro ospita l’Abraxa Teatro.
L’ultima seria manutenzione risale al 1978 e per giunta
l’intera area, che nelle ore notturne rimane aperta, è quasi completamente priva
di illuminazione, con grave disagio per i passanti e per gli utenti del teatro.
di
Antonio Venditti
11 settembre 2014
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