Sulla Portuense emergono terme, un luogo di culto e una stazione di
posta
Un centro di servizi di venti secoli fa
Durante lavori
pubblici per il raddoppio della carreggiata di via Portuense,
in corrispondenza del ponte sul quale transita la ferrovia
Roma-Fiumicino, le indagini condotte dalla Soprintendenza speciale
per i beni archeologici di Roma hanno riportato alla luce un centro
di servizi di duemila anni fa, dove i viaggiatori e i trasportatori
che andavano e venivano da Portus, presso l’attuale Fiumicino,
potevano ricevere conforto ai bisogni del corpo e dello spirito: terme
maschili e femminili,
una stazione di
posta e un luogo di culto, situati alla confluenza
di due antiche arterie, la Campana e la Portuensis, quest’ultima
importantissima per l’approvvigionamento di Roma: sul suo tracciato
viaggiavano tonnellate di anfore con olio, granaglie, sale, oltre ai
tessuti, alle spezie e a tutte le altre merci indispensabili per a
una città che in epoca imperiale arrivò a contare un milione di
abitanti.
Nelle terme femminili, dotate di una grande
cisterna foderata in coccio pesto, sono stati trovati spilloni in
osso e spatole in avorio, cucchiaini per il trucco, il manico di uno
specchio, contenitori per il balsamo. Accanto alle terme maschili,
identificate da uno “strigile”, il raschietto di bronzo usato dagli
uomini per detergere il corpo dopo il bagno, era un edifico di culto
paleocristiano forse legato a San Pantaleo, che ha restituito un
bacino marmoreo di epoca romana, decorato con due teste femminili
lungo il bordo e riutilizzato come acquasantiera.
Su un cippo di travertino è un’iscrizione
riguardante l’intervento dell’imperatore Vespasiano (69 - 79) per il
recupero di un’area sacra occupata abusivamente da privati.