E’ stata
restaurata in occasione del Bimillenario augusteo
RIAPRE LA VILLA DI LIVIA A
PRIMA PORTA
Nel marzo del 1863 il conte Francesco Sessi, affittuario di
una tenuta presso Prima Porta, decise di effettuarvi alcuni scavi “per
rintracciare oggetti d’Antichità” nel luogo dove si pensava fosse ubicata la
villa di Livia, moglie di Augusto. I risultati furono lusinghieri: busti
marmorei, frammenti di statue, colonne e tubature in piombo. Ma la scoperta più
sensazionale avvenne il pomeriggio del 20 aprile dello stesso anno, con la
statua in marmo “rappresentante Cesare Augusto con Veste Militare, dell’altezza
di palmi 10, con un piccolo Putto nudo a Cavallo sopra un Delfino”, come si
legge nel rapporto di Paolo D’Ambrogi. Si trattava della splendida scultura
romana divenuta celebre con il nome di “Augusto di Prima Porta”, ora ai Musei
Vaticani. Appena dieci giorni più tardi, tornavano alla luce alcuni ambienti
sottèrranei, di cui uno decorato con le naturalistiche e freschissime pitture
raffiguranti un giardino.
Non c’erano più dubbi. Era stata ritrovata la residenza di Livia nota dalle
fonti antiche come il “Veientanum” o “ad Gallinas”. Narra infatti Svetonio,
nella biografia di Galba, che, mentre Livia era in questa tenuta, un’aquila le
depose in grembo una gallina bianca con nel becco un ramoscello d’alloro. Livia,
colpita dal prodigio, volle allevare
il volatile e piantare il ramoscello, ritrovandosi in breve tempo con una
miriade di pulcini ed un boschetto d’alloro fittissimo, il lauretum. I generali
vittoriosi, sempre secondo Svetonio, avevano preso l’abitudine di venire qui,
dopo il trionfo, a piantare un alloro, che misteriosamente inaridiva alla loro
morte. Nell’ultimo anno del regno di Nerone, l’intero bosco si sarebbe seccato
fin dalle radici e tutte le galline morte. Il lauretum, inoltre, forniva i
ramoscelli per le corone trionfali. In occasione del Bimillenario augusteo, sono
stati restaurati – a cura della Soprintendenza speciale per i Beni archeologici
di Roma - i dipinti murali, i pavimenti in mosaico e in opus sectile. E’ stato
risistemato il lauretum, e riallestito l’Antiquarium con i reperti di scavo e la
narrazione della storia del sito. Lo spazio espositivo è incentrato sul plastico
in gesso della villa sul quale vengono proiettate immagini storiche, reperti,
motivi decorativi che consentono di identificare le varie fasi di vita
dellaresidenza, fino all’età severiana. L’Antiquarium racconta anche la storia
del giardino piccolo interno agli appartamenti privati, dove la stessa Livia
coltivava piante medicinali per decotti e tisane. La villa, a ingresso gratuito,
fino alla fine di ottobre potrà essere visitata il giovedì, il venerdì e i
sabati dispari dalle 9.30 alle 13.30. Le domeniche dispari il sito è aperto
dalle 9.30 alle 18.30 (da novembre a marzo chiusura alle 16.30). Ogni terza
domenica del mese alle ore 11.00 è possibile effettuare una visita guidata a
pagamento.
All’uscita dell’Antiquarium si percorre l’antico basolato che conduce al
lauretum, dove sono state disposte, in grandi olle d’argilla realizzate
appositamente, 64 piante di alloro alte 3 metri. Dal giardino si accede alla
villa che conserva splendidi mosaici pavimentali in bianco e nero, a motivi
geometrici e figurati, e ambienti decorati in opus sectile. La visita termina
con l’ambiente ipogeo con l’affresco di giardino ritrovato nel 1863. Il nuovo
allestimento riporta a una scenografia teatrale che consente la lettura della
muratura originale - dove si identificano ancora le tracce delle grappe che
fissavano l’antico affresco - e, grazie a un doppio sistema di illuminazione
temporizzato, proietta su un telo di garza l’immagine della parete dipinta.
di
Cinzia Dal Maso
25 settembre 2014
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