Nascosto in una
gerla, scoprì che la sua amata gli preferiva un altro
La delusione di Antonio Canova
Murata nell’atrio della Basilica dei
SS. Apostoli è la suggestiva stele funeraria a rilievo di Giovanni
Volpato, opera di Antonio Canova, che la realizzò nel 1805. Sulla
destra è una semplice colonna, su cui è poggiato il busto del
Volpato, insigne incisore e primo maestro del Canova. Un serto di
rose scende dalla spalla del busto e lambisce la colonna. Di fronte,
su in elegante sgabello, è seduta una giovane con una veste di
foggia classica che le lascia scoperta la spalla destra. La
fanciulla è curva, in atteggiamento di immensa tristezza, e si
asciuga le lacrime con un lembo del vestito. Sotto di lei, la parola
amicizia ricorda il sentimento che legò i due uomini. Un sentimento
così forte che non fu scalfito nemmeno da un fatto increscioso
avvenuto nel 1794. Canova si era innamorato di Domenica, la bella
figlia del Volpato, e forse sperava addirittura di poterla sposare.
Un amico, però, gli raccomandò di stare attento, perché sembrava che
la ragazza gli preferisse un altro allievo del padre, Raffaello
Morghen. Il Canova, allora, mise in atto un fantasioso stratagemma
per scoprire la verità. Si nascose nella gerla di un fornaio e –
grazie a una mancia di 5 scudi – si fece portare da un garzone sotto
le finestre della ragazza, in via Bocca di Leone. Dal suo
nascondiglio udì più di quello che avrebbe voluto, al punto che nel
dicembre di quell’anno scrisse a un amico che sperava di non
prendere mai moglie. Domenica e Raffaello invece si sposarono e
dalla loro unione nacquero la bellezza di 13 figli, dei quali sono
cinque superarono l’infanzia.