La terza
edizione di Autunno Contemporaneo
Barocco e modernità a confronto
Sono tutti stranieri gli artisti che partecipano alla terza edizione
della rassegna Autunno Contemporaneo. Le loro opere sono state concepite in
stretta relazione con la Roma monumentale e la sua forte caratterizzazione
Barocca. In particolare, l’idea guida è quella di coniugare il linguaggio
dell’arte contemporanea con il fascino della Sala Santa Rita, che occupa una
chiesetta realizzata intorno al 1653 dell’architetto Carlo Fontana. Nel 1928,
durante i lavori per la costruzione del Vittoriano, la piccola chiesa, che si
trovava presso la scalinata dell’Ara Coeli, venne smontata e in seguito
ricostruita nello spazio attuale, a via Montanara.
Attraverso l’incontro tra culture e paesi lontani ogni artista riesce a dare la
sua interpretazione dell’identità architettonica barocca. La Sala Santa Rita è
infatti uno spazio che riesce ad accogliere i più diversi e innovativi linguaggi
del contemporaneo, stimolando la sperimentazione dei giovani artisti.
Da settembre a dicembre 2014 si alterneranno tre eventi di artisti provenienti
da Finlandia, Brasile e Russia, tutti accomunati da un accurato studio dello
spazio ospitante e costruiti appositamente per esso in un rapporto di reciproca
valorizzazione. Quest’anno anche il Cortile del Tempio di Apollo in Circo,
attiguo alla Sala Santa Rita, un sito archeologico di grande valore che
abbraccia l'area compresa tra il tempio di Apollo e il tempio di Bellona,
diventerà spazio artistico: vi è prevista l’installazione - un work in progress
- dell’artista belga Kristien De Neve, per un ideale raccordo tra la Roma pagana
delle rovine del tempio dell’Apollo Sosiano e la Roma cristiana della chiesa
sconsacrata di Santa Rita.
La prima installazione, che è stata inaugurata il 18 settembre e si chiuderà il
12 ottobre, è "No life is left unfinished" di Hannu Palosuo (Finlandia). E’
curata di Gianluca Ranzi, con il Patrocinio dell’Ambasciata di Finlandia.
Per enfatizzare l’importanza quasi “sacrale” di ogni esperienza di vita, sempre
in bilico tra l’immanente e il trascendente, l’artista ha progettato per lo
spazio absidale della chiesa, punto focale in cui convergono gli sguardi degli
spettatori, una sorta d’iconostasi contemporanea, composta da circa venti tele
sulle quali scorrono immagini di vita quotidiana, che prendono vita e si
relazionano con il materiale di supporto delle immagini stesse, costituito da
sacchi di juta di caffè. A richiamare l’uso originario dello spazio, una di
fronte all’altra sui muri laterali della navata, sono due grandi tele - sempre
di juta - in cornici di stucco, sulle quali sono poggiate delle rose, quale
richiamo di uno degli elementi più noti della simbologia di Santa Rita.
di
Alessandro Venditti
18 settembre 2014
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