L'EPISCOPIO DI PORTO
L’Episcopio di Porto S. Rufina è un importante complesso
che si sviluppa nei pressi della foce del Tevere, tra la via Portuense e il
canale di Fiumicino, in corrispondenza dell’antica città di Portus, forse nel
luogo occupato in epoca romana dalla sede amministrativa di porti di Claudio e
Traiano, vista la sua particolare posizione, in grado di controllare sia la
fossa traiana che il bacino esagonale.
La Diocesi di Porto è una delle più antiche della
cristianità: secondo alcuni storici risalirebbe al 211 d.c., addirittura prima
dell’editto di Costantino (314). Il vescovo di Porto era un cardinale, secondo
nella curia solo a quello di Ostia. La carica comportava numerosi privilegi,
soprattutto il contatto diretto con la persona del Pontefice.
L’Episcopio è stato più volte ampliato, restaurato e
rimaneggiato. La bolla di Benedetto VIII del 1018-1019 cita la torre tuttora
esistente, definendola “rocca”. Era stata edificata su preesistenti strutture
romane e fin dal IV - V secolo e costituì un presidio militare di avvistamento
in seguito inglobato nel complesso episcopale. La funzione episcopale della
torre tra il 1580 e il 1830 è attestata dalle targhe affisse sulle pareti.
Il recinto esterno risale al XII secolo, al tempo di papa
Callisto II (1119 – 1124), e fu forse realizzato in occasione dell’unificazione
della diocesi di Porto con quella si Santa Rufina e Santa Seconda in Silva
Candida.
Nel Quattrocento – sotto il pontificato di Sisto IV – il
recinto fu provvisto di merlature dal cardinale Rodrigo Borgia, futuro papa
Alessandro VI, il cui stemma si può ancora vedere su uno degli ingressi alla
cinta.
La chiesa - originariamente dedicata a S. Lorenzo, oggi a
S. Ippolito e S. Lucia – fu ricostruita, forse dalle fondamenta, nel 1583 dal
cardinale Fulvio Corneo. Venne ampliata nel 1689 dal cardinale Flavio Chigi,
grazie all’opera di Carlo Fontana, che progettò un’aula unica e allungata sulla
quale si aprono due cappelle simmetriche sporgenti dal perimetro, quelle di S.
Erasmo e del SS. Sacramento. Nella chiesa sono custodite le reliquie di S.
Ippolito.
Nel 1771, per volere del cardinale Marcello Lante della
Rovere, fu realizzato l’accesso dalla via Portuense, con un elegante portale
fiancheggiato da colonne marmoree di spoglio, provenienti dalla necropoli
dell’Isola Sacra.
Agli architetti Gregorini e Passalacqua (XVIII secolo) si
devono l’atrio e la scala monumentale a doppia rampa, di tradizione romana, che
costituisce l’ingresso principale.
Il cardinale Bartolomeo Pacca, tra il 1821 ed il 1830,
restaurò la chiesa, ristrutturò l’Episcopio e ornò il cortile con reperti
provenienti dagli scavi dell’antica città di Porto. A partire dalla seconda metà
del XIX secolo, il principe Alessandro Torlonia iniziò lavori di bonifica e di
scavo dell’area. Nel 1930 il complesso fu venduto alla congregazione religiosa
dei figli di S. Maria Immacolata, che ne è ancora proprietaria. Nel 1939 sono
state portate a termine opere di ampliamento e di ristrutturazione, che hanno
purtroppo alterato la struttura originale del complesso.
La chiesa ha svolto fino al 1960 funzione di cattedrale.
Nel 2000, in occasione del Giubileo, sono iniziati degli
attenti restauri, riguardanti i due portali monumentali sulla via Portuense, che
costituiscono le entrate per i visitatori, la torre, i prospetti interni
dell’episcopio e della chiesa, il cortile interno, decorato da stucchi.
Particolare attenzione è stata dedicata al recinto murale esterno, che presenta
varie fasi costruttive, di epoca romana, medioevale e rinascimentale.
di
Cinzia Dal Maso
16 ottobre 2014
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