Da magazzino a Museo
Il Casone del sale DI OSTIA ANTICA
Nel mondo antico il sale era una merce di scambio importantissima e
la sua estrazione alla foce del Tevere già nei tempi più remoti fu
all’origine delle guerre dei romani contro etruschi e latini.
Ma le saline fino quasi ai nostri giorni hanno costituito una
notevole fonte di sostentamento per il territorio, specialmente
prima dell’invenzione dei frigoriferi, visto che il sale era
indispensabile per la conservazione delle carni. Anche il governo
pontificio si dedicò con profitto allo sfruttamento delle saline
ostiensi, adibendo alcuni edifici a magazzini. Tra questi era il
cosiddetto “Casone del sale”, un magazzino del II secolo d. C., fin
dal Medioevo adibito allo stoccaggio del sale. Importanti restauri
vennero eseguiti nel XVI secolo, come testimonia un blocco di
travertino con la data 1571 rinvenuto durante recenti lavori di
ristrutturazione.
In un documento del 1824 la costruzione è definita “Magazzeno del
sale”. Tra il 1865 e il 1866 Pio IX fece trasformare l’edificio in
Museo, affidandone l’incarico a P. E. Visconti e dotandolo di
un’elegante facciata neoclassica. Nel 1878, però, il Governo
italiano aveva provveduto a trasferire nel castello di Giulio II i
reperti ostiensi, spostati poi di nuovo nel Museo Nazionale Romano.
Fu Guido Calza, con il supporto di Italo Gismondi, a riportare nel
1934 la collezione antiquaria all’interno del Casone del Sale,
ampliato con tre nuovi ambienti. Seguirono ulteriori aggiunte e
modifiche, completate nel 1962, quando all’esterno del Casone fu
costruito un corpo di fabbrica ad esso collegato.
di
Annalisa Venditti
30 ottobre 2014
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