Un complesso residenziale e produttivo,
dotato di impianto termale
La villa romana del cimitero Flaminio
Al chilometro 1,6 della via Tiberina, sul pendio di una
collina su banco tufaceo, oggi all’interno del cimitero di Prima Porta, sorge
una villa romana con parti residenziale, produttiva, terma e mausoleo,
casualmente rinvenuta nel 1942 durante i lavori per la costruzione del
Camposanto.
E’ disposta su due terrazze digradanti: la zona residenziale si trovava in alto,
quella termale in basso.
Fu costruita alla fine dell’epoca repubblicana o all’inizio di quella augustea,
sullo scorcio del I sec. a. C., ma sicuramente c’era una fase più antica,
testimoniata da una rete di cisterne e cunicoli sotterranei disposti a raggiera,
scavati nel tufo e intonacati, databili tra il II e il I sec. a. C.
La maggior parte degli ambienti era pavimentata con mosaici, a tessere bianche e
nere o policrome. Il pavimento del portico era suddiviso in pannelli musivi a
motivi geometrici e vegetali, in uno dei quali sono raffigurate anfore nelle
zone angolari.
La villa venne ampliata una prima volta nel II sec. d. C., quando fu realizzato
l’impianto termale, del tipo a padiglione indipendente e dotato di latrina.
Alcuni ambienti erano riscaldati con il sistema delle suspensurae, intercapedini
sotto i pavimenti. Si accedeva alla terma tramite un vestibolo che immetteva
nella spogliatoio e quindi nel calidarium, con due vasche rivestite di marmo per
le abluzioni calde. Il frigidarium era un’ampia sala pavimentata in marmo
cipollino con due vasche absidate rivestite in marmo e accessibili mediante
alcuni gradini. Vicino alle terme era un’area sistemata a giardino, come provano
undici colli d’anfora piantati nel terreno, in cui venivano poste le piante
ornamentali.
Sempre al II secolo d. C. si data la fase originaria del Mausoleo in opera
listata, a pianta quadrata e con copertura a volta. Per tre lati era circondato
da un corridoio voltato a botte. Una scala, di cui rimangono poche tracce,
portava al piano superiore, non più esistente.
Tra il II e il III secolo fu aggiunto un altro mausoleo, coperto da sei volte a
crociera. Addossate alle pareti sono state trovate 10 fosse, con resti delle
sepolture.
In un periodo di poco posteriore la villa fu dotata di un impianto per la
produzione dell’olio o del vino, che venivano conservati in un apposito
ambiente, con un gran numero di dolia interrati. E’ stata ritrovata anche una
macina per il grano in pietra lavica.
Il complesso rimase in uso fino al V – VI secolo.
Gli scavi hanno restituito numerosi reperti, tra cui lucerne, lapidi, antefisse,
un frammento di tavolo in marmo a un solo piede (monopodio) con i busti di una
menade e di un sileno, parti di colonne e capitelli.
di
Cinzia Dal Maso
06 novembre 2014
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