Era di due colori,
per essere vista da lontano
Tor Vergata, un
fortilizio a strisce
Resta poco della
medioevale Tor Vergata, il fortilizio che ha dato il suo nome a
tutta una zona della periferia romana, a una università, a un
complesso ospedaliero. La troviamo intorno all’ottavo chilometro
della via Giustiniana, a 500 metri sulla sinistra.
Fu probabilmente
edificata nel XIV secolo - su un antico mausoleo - dalla famiglia
Cosciari, che possedeva la tenuta circostante. Nel 1380 Pietro
Cosciari la donò al monastero di Santa Maria Nova.
Nel XV secolo appartenne ai
Papazzurri, dai quali passò a Paolo della Valle, archiatro e
cancelliere perpetuo di Roma. Nella pianta
di Eufrosino della Volpaia, del 1547, accanto alla torre si vede una
piccola abitazione.
Invece in una pianta
seicentesca del catasto Alessandrino è rappresentato un intero
complesso di fabbricati, con un castello merlato e una chiesa,
fiancheggiato dalla “strada che va a Formello”, ossia dall’antica
via Veientana, che nel medioevo veniva ancora utilizzata e di cui
restano tratti di basolato. Per concludere, la mappa del Catasto
Gregoriano (1818) evidenzia solo i ruderi del casale di Tor Vergata.
Come le altre torri
dette semaforiche, aveva la funzione di avvistare e di essere
avvistata. Si spiega così la sua caratteristica di essere vergata,
ossia costruita con l’alternanza di strisce – per l’appunto verghe –
di selce e di strisce di scaglie di marmo bianco. Poteva così essere
vista e riconosciuta anche da lontano.
Nei pressi della
torre una lapide in latino, che probabilmente ne indica le misure:
52 piedi di lunghezza e 37 di larghezza.