Rose bianche per l’eroina
nell’anniversario della sua morte
Un omaggio a Colomba Antonietti
Nel pomeriggio di venerdì 13 giugno si è tenuto sul
Gianicolo l’ormai tradizionale omaggio a Colomba Antonietti, organizzato da
Cinzia Dal Maso e Annalisa Venditti nel centosessantacinquesimo anniversario
della morte dell’eroina. Infatti, il 13 giugno del 1849 la giovane umbra cadeva
colpita da una palla di cannone che rimbalzava sul muro mentre, insieme con il
marito, il conte Luigi Porzi, cercava di difendere il sesto bastione battuto in
breccia dall’artiglieria francese, che assediava Roma per rovesciare la neonata
Repubblica romana.
Colomba, nonostante i suoi 22 anni, da tempo combatteva – in abiti virili e con
i capelli tagliati – al fianco del suo Luigi.
La cerimonia è stata aperta dall’esecuzione de “Il silenzio” da parte di una
tromba del corpo dei Bersaglieri, sezione di Roma.
Cinzia Dal Maso, giornalista e autrice del libro “Colomba Antonietti. La vera
storia di un’eroina” (Edilazio), ha illustrato ai presenti anche il coraggio
dimostrato in amore da Colomba, che, figlia di un fornaio, era andata contro
alla volontà dei genitori per unirsi in matrimonio con un nobile cadetto
pontificio.
E’ stato quindi letto “Il sogno”, tratto dal terzo atto del dramma “Lucrezia la
trasteverina”, di Giovanni Fontebasso (1867), in cui l’anima di Colomba
Antonietti si rivolgeva agli spettri di alcuni antichi romani spiegando loro
come la loro repubblica fosse caduta, ma come i tempi preparassero grandi
avvenimenti per Roma, grazie a Mazzini e a Garibaldi. Cinzia Dal Maso ha
riassunto il dramma: “Lucrezia, una bellissima giovane di Trastevere – ha
spiegato - è innamorata di Bandino, come lei di idee liberali. Bandino viene
arrestato e Lucrezia va a chiedere la grazia al Ministro, che la trattiene e la
violenta. Si trova in un salotto con Gilda, anche lei rapita, innamorata di
Cesare Lucatelli. Bandino viene messo in cella con Cesare Lucatelli. Quando
quest’ultimo viene condannato a morte, Gilda si chiude tra le sepolte vive, poi
si riconcilia con Cesare. Lucrezia chiede al brigante Chiavone di rapirla,
quindi fugge anche da lui. In un’osteria abruzzese, vestita da uomo, incontra
Bandino e Gilda, poi viene ferita da Chiavone. Il dramma si conclude con
Lucrezia e Bandino finalmente insieme sulle barricate per liberare Roma”.
Giovanni Fontebasso era nato nel 1812 a Treviso. Figlio di un fabbricante di
stoviglie, era stato avviato dal padre al commercio dopo un breve corso di
scuole. Aveva però continuato a studiare mettendo insieme una cospicua
biblioteca. Si iscrisse alla Giovine Italia e le sue manifestazioni patriottiche
gli valsero l'arresto, nel 1837: fu tradotto nelle carceri di Venezia e vi
rimase un anno. Appena libero riprese le cospirazioni politiche, insieme a
cinque suoi fratelli, e partecipò a vari fatti d’armi. Con Garibaldi combatté a
Luino. Si rifugiò in Svizzera, dove conobbe Mazzini. Nel 1860 dovette fuggire da
Treviso per le persecuzioni della polizia austriaca. Scrisse parecchi drammi.
Morì il 9 agosto 1885 a Padova. Si sono gentilmente prestati alla lettura del
brano: Franco Tamassia, direttore dell’Istituto internazionale di Studi Giuseppe
Garibaldi, Mario Pozzato, Andrea Mariotti, Paolo Macoratti, presidente dei
Garibaldini per l’Italia, Annalisa Venditti, Luciano Pasquali, presidente dei
Bersaglieri del Lazio, Massimo Flumeri, presidente dei bersaglieri di Roma
Capitale, Carlo Felici e due attori, Andrea Calabretta e Valeriano Solfiti.
Mentre la tromba dei bersaglieri eseguiva nuovamente il silenzio, è stato
deposto davanti al busto dell’eroina un mazzo di rose bianche.
A conclusione, la scrittrice Mirella Matteucci ha letto un brano del suo romanzo
storico su Colomba Antonietti, di prossima pubblicazione.
di
Alessandro Venditti
8 maggio 2014
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