Il trionfo
dell’eleganza
Tor Millina
Nel rione Ponte, nel cuore dell’antico Campo
Marzio, a due passi da piazza Navona, si innalza un’elegante torre a
quattro piani, una delle poche di Roma ad avere un carattere non
difensivo, ma principalmente onorario. E’ la quattrocentesca Tor
Millina. Sotto il pontificato di Sisto IV (1471 – 84) Pietro Millini,
membro di una delle più antiche e nobili famiglie della città,
acquistò un’antica torre medioevale praticamente in rovina che
sorgeva sui resti dello stadio di Domiziano e la fece restaurare. Il
fortilizio originale era munito solo di due finestre, al III e al IV
piano. Il Millini ne fece aprire altre due per lato sia al primo che
al secondo piano, quindi fece chiudere con un tetto il ballatoio
merlato, sostenuto da beccatelli a doppia mensola e dotato di
caditoie. Si legge ancora la scritta “Millina” che fu posta in
quell’occasione con lettere di terracotta sui quattro lati del
ballatoio. A fianco alla torre furono innalzati due semplici
palazzetti, entrambi a due piani. Nel 1491 il figlio di Pietro
Millini, Mario, prendeva in sposa Ginevra Cybo, nipote di Innocenzo
VIII. In quell’occasione sia la torre che i palazzetti furono
decorati con pitture monocrome contornate da graffiti oggi quasi non
più visibili, in cui si succedevano candelabri, girali, stemmi, nudi
femminili, divinità marine, bucrani, cornucopie, mascheroni e altri
motivi ornamentali. Anche il bugnato della torre fu coperto di
graffiti. Sui merli si alternavano gli stemmi dei Cybo e quelli dei
Millini. Su via dell’Anima campeggiava un grande stemma
policromo di Sisto IV.
di
Antonio
Venditti
16 gennaio 2014
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