Tesori recuperati dall’Arma
dei Carabinieri
La memoria ritrovata
Il Palazzo del Quirinale torna a ospitare fino al prossimo
16 marzo - in una mostra di eccezionale interesse - i tesori del nostro
patrimonio artistico recuperati dai carabinieri del Comando Tutela Patrimonio
Culturale. Nella Sala degli Scrigni, nella Sala di Ercole e nella Sala degli
Ambasciatori sono esposte 110 opere che datano dal VI secolo a. C. al
Settecento.
“Se la grande varietà di queste opere è un indizio
dell’immensa ricchezza e diversità della cultura italiana, la loro presenza tra
i tesori d’arte ritrovati dai carabinieri dimostra anche la grande fragilità del
nostro patrimonio storico e archeologico, perennemente minacciato oltre che
dall’usura del tempo, dalla speculazione edilizia e dai predatori d’arte”,
spiega Louis Godart, consigliere del Presidente per la Conservazione del
patrimonio artistico.
Nella Sala di Augusto, invece, si possono ammirare le urne
funerarie appartenenti alla grande famiglia etrusca dei Cacni, databili tra il
III e il I secolo a.C., insieme a una parte del corredo, provenienti da uno
scavo effettuato per la costruzione di una moderna abitazione a Perugia: una
delle più importanti scoperte degli ultimi trent’anni nel campo
dell’etruscologia. Sulle urne sono raffigurate scene ispirate alla mitologia
greca, come il sacrificio di Ifigenia, la lotta tra Pelope ed Enomao, le
centauromachie. Il mausoleo etrusco era stato raggiunto dalle ruspe, ma i
responsabili del cantiere, invece di avvertire della scoperta le autorità,
avevano recuperato le urne con l’intenzione di immetterle sul mercato
clandestino. Una segnalazione dell’archeologa della Soprintendenza dell’Umbria
Luana Cenciaioli ha dato il via alle indagini dei carabinieri, che hanno
permesso di individuare il luogo dove erano conservate le urne e di recuperarle.
“Ma come non rimpiangere – lamenta Godart - che l'imponente mausoleo dei Cacni
non sia stato riportato alla luce in occasione di uno scavo sistematico,
condotto con tutti gli strumenti in grado di raccogliere le informazioni
necessarie per poter proporre una ricostruzione più rigorosa possibile del
passato? Un’opera d’arte, soprattutto un reperto archeologico, è ammirata non
solo per la sua intrinseca bellezza ma anche perché è lo specchio di un’epoca e
appartiene a un ambiente culturale e storico particolare. Strappare un’opera al
contesto che l’ha vista nascere e nel quale è inserita vuol dire renderla
pressoché muta. Per apprezzare appieno un capolavoro occorre collegarlo
all’ambiente culturale e storico del momento. Lo sforzo di tutti, archeologi,
ricercatori, direttori di musei, deve quindi mirare a ricostruire intorno a ogni
opera d’arte il contesto nel quale è nata ed è stata in seguito depositata”.
L’esposizione – avverte il generale Mariano Mossa,
Comandante del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale - costituisce
occasione per illustrare l’organizzazione e le attività che consentono all’Arma,
da oltre 40 anni, di essere protagonista nella tutela del patrimonio culturale
nazionale. Il Comando CC TPC, organo di diretta collaborazione del Ministro dei
Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, rappresenta il modello di
riferimento per gli Stati che si vogliono dotare di un servizio specializzato
nella salvaguardia dei beni d’arte e cultura”.
Si può accedere alla mostra “La memoria ritrovata. Tesori
recuperati dall’Arma dei Carabinieri” con ingresso gratuito e senza bisogno di
prenotazione, da martedì a sabato dalle ore 10.00 alle ore 13.00 e dalle ore
15.30 alle ore 18.30 e la domenica dalle ore 8.30 alle ore 12.00, in
concomitanza e con le disposizioni dell’apertura al pubblico delle sale di
rappresentanza.
La mostra rimane chiusa tutti i lunedì, domenica 26 gennaio
ed eventualmente in occasione di impegni istituzionali in programma al Quirinale.
di
Cinzia Dal Maso
16 gennaio 2014
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