Sir
Arthur Alma Tadema al Chiostro del Bramante
Tra
sognante romanticismo e decadenza
Fino al prossimo 5 giugno il Chiostro del Bramante ospiterà
la mostra "Alma Tadema e i pittori dell’800 inglese", un’esposizione di
rara intensità, costruita intorno a cinquanta capolavori della collezione di
Pérez Simòn, già esposti a Parigi e che, dopo la tappa italiana, approderanno a
Madrid. C’è una classicità nota attraverso la storia e le fonti antiche e una
classicità rielaborata, strutturata intorno al mito suscitato da quei fasti
ormai perduti e lontani, ma comunque vivi e dalla forza rinascente. Sir Artur
Alma Tadema è sicuramente il più noto artista tra coloro che si mossero nel
delicato argine di una rimembranza, a tratti nostalgica, fin troppo passionale,
struggente, che tanta fortuna, dopo di lui, ebbe sempre nei secoli a venire. Una
dimensione universale e imperitura dell’antico che affascina per i suoi toni
suadenti e imponenti, per quella capacità di fondere i tratti più forti del
romanticismo con quelli di un neoclassicismo sognante ed epico, ma a tratti
decadente. Ai visitatori è offerta la preziosa possibilità di assaporare la
personale lettura di quel mondo classico, palcoscenico di una rimembranza ideale
e idealizzata, ricreata dai padri dell'Aesthetic Movement. Un percorso, quello
proposto, sulle tracce di Millais e Rossetti, Burnes Jones e sir Alma Tadema,
che si nutre dell’intensità delle pose e degli sguardi, che annienta per la
potenza dei colori, come fossero profumi. Le tele in mostra ruotano intorno alla
mitologia, ai drammi shakespeariani, ma anche a scene di apparente quotidianità
che si trasformano in quadri di enigmatica bellezza, metafore di un "hic et nunc"
che si immortala e si lascia guardare quale insperata visione.Da "Una nube
passa" di Arthur Hughes, fino all’apoteosi della storia antica che diviene
leggenda, nel capolavoro di Alma Tadema "Le rose di Eliogabalo".La tela,
colossale, esposta alla Royal Academy nel 1888, si ispira a un passo della
Historia Augusta, ma soprattutto all’opera del romanziere Huysman, autore di "À
rebours", un testo che condizionò una generazione di scrittori, tra cui Oscar
Wilde, Gabriele D’Annunzio e Marcel Proust. La scena raffigurata è quella di un
suntuoso banchetto dove la festa è l’ostentazione di lusso sfrenato e folle. Il
convivio raggiunge la dimensione massima di voluttà in un’incredibile cascata di
petali di rosa, che sommerge i commensali quasi a soffocarli, sotto un manto
fitto e compatto, come la coltre di lapilli e lava di pompeiana memoria. La
morte, apparentemente così lontana nel clima di gioia baldanzosa, si fa invece
presenza vicina: assurda compartecipe di una apatia assassina, di un piacere che
non conoscendo freni porterà forse a una fine tragica.Decadente e curata in ogni
singolo dettaglio, la sala del banchetto è ispirata a una descrizione di Gibbon,
il Bacco sullo sfondo è quello dei Musei Vaticani. Colonne di marmo serpentino,
corone d’alloro, bracieri che ardono la passione per le donne e per il vino
raccontano un mondo in estatico esaurimento, lietamente affogato in un
divertimento effimero e leggero come i panni e i tessuti che avvolgono i corpi
lascivi e intontiti dal sonno e dal canto. L’immagine della donna guida il
visitatore in una lettura del femmineo fortemente caratterizzata da un idealismo
estremo che la fa musa o modella, ma anche irriducibile femmes fatales,
eroina d’amore, strega e maliarda incantatrice, delicata principessa, angelo e
demonio tentatore. La mostra, a cura Véronique Gerard-Powell, è visitabile tutti
i giorni dalle 10.00 alle 20.00. Sabato e domenica dalle 10.00 alle 21.00. Per
informazioni e prenotazioni: 06 916 508 451.
di
Annalisa Venditti
5 febbraio 2014
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