Convegno su
un’emergenza sociale
Femminicidio: come
agire?
Si è tenuto a Castel Gandolfo il convegno “Femminicidio:
emergenza sociale”, promosso dal Comune, dal Centro “Dike” di consulenze
cliniche e forensi e dalla Comunità Raymond Gledhill, centro residenziale di
riabilitazione per i disturbi di personalità.
All’incontro, moderato dalla giornalista Annalisa Venditti,
sono intervenuti tra gli altri il Sindaco, Milvia Monachesi, il consigliere
della Regione Lazio Simone Lupi e Fabrizio D’Alba, direttore generale della
Asl.
“In Italia il fenomeno del femminicidio è talmente in
crescita da non fare più notizia – ha spiegato Milvia Monachesi
alla numerosa platea – e anche il nostro territorio in questo caso non è
un’isola felice: a Pavona nei giorni scorsi un medico ha accoltellato la moglie
e fatti analoghi sono accaduti in tutti i Castelli. Perché questo convegno? Che
obiettivi ci poniamo? Il primo: focalizzare il problema. Il Convegno non è fine
a se stesso, ma un momento di approfondimento e di proposta, Dobbiamo capire
insieme quali progetti e proposte operative di aiuto e supporto potremo mettere
in campo con la collaborazione e la disponibilità di tutte le risorse del
territorio dei Castelli Romani”.
Nella seconda parte del convegno, cui hanno partecipato
alcune classi delle medie superiori, sono stati affrontati diversi aspetti del
problema, non solo sociologici e statistici, ma anche psicologici, legali e
criminologici. Il prof. Giovanni Curtis, docente di cinema e di semiotica dei
mass media, ha proposto una riflessione sull’immagine della donna nei più
popolari mezzi di comunicazione, prima fra tutti la tv, concludendo come -
spesso - anche cruenti fatti di cronaca nella loro rappresentazione vengano
virtualmente modificati e quindi distorti.
La dottoressa Maria Caterina Nisticò, psicologa e
psicoterapeuta, si è concentrata sul profilo della possibile vittima di uno
stalker o di un femminicidio e sulla personalità dell’aggressore. L’avvocato
Contestabile, cassazionista, è intervenuto sugli aspetti più importanti della
nuova normativa in materia, sottolineandone anche i limiti. La criminologa
Angela Tibullo, esperta in comunicazione non verbale, e attivamente impegnata
nell’organizzazione del convegno, ha caldeggiato l’opportunità di nuovi incontri
sul tema, utili a dare strumenti non solo di intervento ma anche di difesa. La
dottoressa Daniela Celani, medico psichiatra, e la dottoressa Stefania Borghetti,
psicologa clinica forense, attive nel centro Dike, hanno focalizzato la loro
attenzione sulle cosiddette “relazioni malate”. “Non abbiamo più tempo per
commuoverci - ha concluso Annalisa Venditti – bisogna soltanto agire e
contrastare il problema con i fatti e non con le parole”.