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il Cristo portacroce di Bassano Romano
Michelangelo ai Musei Capitolini
Il 18 febbraio del 1564
Michelangelo Buonarroti moriva a Roma, nella sua casa di Macel de’ Corvi.
Quella modesta dimora – un paio di camere da letto e bottega al pianterreno –
oggi non c’è più. Al suo posto, in piazza Venezia, si innalza il palazzo delle
Assicurazioni Generali.
Oggi però Roma si prepara a
rendere omaggio al sommo artista nel 450° anniversario della morte, con una
mostra ai Musei Capitolini dedicata a pittura, scultura, architettura e poesia,
le quattro arti in cui il suo genio eccelse. Oltre a disegni, dipinti, sculture
e modelli architettonici, sarà presente un’approfondita scelta di autografi
scritti, tra lettere e rime.
“Michelangelo. Incontrare un
artista universale” sarà visitabile dal 27 maggio al 14 settembre. In
esposizione la Madonna della Scala e la Leda di palazzo Buonarroti, disegni
michelangioleschi dal British Museum di Londra, opere dai Musei Vaticani,
dall’Albertina di Vienna, dagli Uffizi di Firenze. Attesissimo il Cristo
Redentore da Bassano Romano, riscoperto dalla storica dell’arte Irene Baldriga
nella cittadina in provincia di Viterbo, esattamente nella sacrestia della
chiesa di San Vincenzo martire, costruita dal marchese Vincenzo Giustiniani. La
studiosa vide la statua e, sebbene fosse ricoperta di polvere, ne riconobbe
l’altissima qualità. Quando si accorse di una vena nera che attraversava il bel
volto severo, capì che si poteva trovare di fronte alla prima versione del
Cristo con la Croce ora nella chiesa di Santa Maria Sopra Minerva. La statua era
stata eseguita tra il 1514 e il 1516 da Michelangelo, che però l’aveva lasciata
incompiuta quando del tutto inaspettatamente era comparsa sulla guancia del
Redentore una vena nera del marmo.
La mostra - promossa da Roma
Capitale, Assessorato alla Cultura Creatività e Promozione Artistica,
Sovrintendenza Capitolina - è ideata e curata da Cristina Acidini,
Soprintendente per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per
il Polo Museale della città di Firenze, con Elena Capretti e Sergio Risaliti,
storici dell’arte. Prodotta e organizzata dall’Associazione culturale
MetaMorfosi e da Zètema Progetto Cultura, si avvale di un prestigioso comitato
scientifico composto dai curatori e da Riccardo Bruscagli, Alessandro Cecchi,
Anna Imponente, Antonio Paolucci, Claudio Parisi Presicce, Daniela Porro, Pina
Ragionieri, Pietro Ruschi, Claudio Strinati e Pietro Zander.
Il percorso espositivo è
caratterizzato da una serie di contrapposti tematici che intendono evidenziare
la complessità di ideazione ed esecuzione delle opere michelangiolesche.
di
Annalisa Venditti
4 Aprile 2014
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