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Tor Boacciana
"...quei
luoghi presso Ostia, luoghi minacciosi, dalla parte verso il mare,
ove giganteggia una torre solitaria, Tor Boacciana, con a’ piedi il
fiume traversato da un’alzaja, lungo la quale passa una barcaccia
per il tragitto di qualche pescatore silenzioso, di qualche
cacciatore".
Così Luigi Pirandello, nel romanzo "Giustino Roncella nato
Boggiòlo" descriveva la natura selvaggia che ancora nel 1911
circondava Tor Boacciana. Oggi il maestoso rudere quadrangolare dà
il benvenuto agli automobilisti che raggiungono Ostia da via della
Scafa e testimonia quanto sia avanzata la linea di costa in circa
duemila anni. Proprio qui, infatti, doveva essere l’antico sbocco
del Tevere nel mare e la torre, sul lato sinistro della foce, è
stata edificata nel Medioevo sui poderosi resti del faro di Ostia -
di epoca Traianea, stando ai bolli laterizi – che ancora si vedono
alla sua base. La torre – in laterizio con qualche scaglia marmorea
- viene datata intorno al XII secolo e forse è quella "turris
pulcerrima sed solitaria" vista da Riccardo Cuor di Leone quando
sbarcò sul litorale ostiense, diretto alla terza crociata.
Apparteneva alla famiglia Bobaciani o Bobazani, che le ha dato il
nome. Proprio nel XII secolo un Cencius Bobazanus aveva un castello
in questa zona. La sua funzione originaria doveva essere quella di
avvistamento. La sua posizione strategica le permetteva infatti di
controllare l’intera pianura dell’estuario, dalla foce tiberina a
quella del "flumen micinum", oggi Fiumicino. Fu restaurata nel 1406
da Innocenzo VII, quindi nel 1420 da Martino V. Nel 1550 dalla torre
furono sparati alcuni colpi di cannone che misero in fuga due navi
di pirati algerini. Nel 1557 una rovinosa alluvione cambiò il corso
del Tevere, allontanandolo dal castello ostiense di Giulio II, dove
si riscuoteva la dogana. Tale attività venne perciò trasferita a Tor
Boacciana fino al 1568, quando passò a Tor San Michele, appena
costruita e più vicina alla costa, che nel frattempo era ancora
avanzata.
Perse
le sue funzioni, Tor Boacciana si ridusse a ricovero per i viandanti
e per i pastori. Nel 1880 appariva ad Alberto Guglielmotti come un "castelluccio
derelitto".
di
Cinzia Dal Maso
03 ottobre 2013 |
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