Si tratta
di anfore, ciotole, cesti, resti di forme antiche della vita quotidiana creati
appositamente con fogli e ritagli di metacrilato, policarbonato, perspex,
manipolati con un procedimento tecnico complesso: oggetti che rivelano una
complessa genesi che collega il passato con il presente, le sembianze originali
con il prodotto finale.
Attraverso un processo complesso che si serve delle sollecitazioni dell’acqua,
del fuoco, della manipolazione diretta, l’artista plasma e modella la materia in
vario modo attraverso la combustione utilizzando una sostanza simbolo della
modernità e della tecnologia contemporanea: la plastica.
Così i
Mercati di Traiano, straordinario palinsesto costituito da stratificazioni di
epoca classica, medioevale e moderna, diventa la sede ideale per il continuo
dialogo avviato da Mondazzi tra frammento e possibile ricostruzione di un intero
ormai perduto, in una mostra ricca e intensa che accompagna alla scoperta e
all’osservazione di una visione poetica del passato, della storia, della
memoria.
Sarà
anche possibile, con adeguata programmazione, visitare il laboratorio di
restauro di un’importante collezione di anfore ritrovate alla fine
dell’Ottocento a Castro Pretorio e conservate in alcuni locali del Museo.