La carta strappata
Introspezione
e mistero, colpi di scena e affetti familiari: sono solo alcuni degli
ingredienti che rendono avvincente "La carta strappata" di Marco Bresciani, un
sapiente thriller dei sentimenti che riesce a tenere il lettore con il fiato
sospeso fino all’ultima pagina senza mai cadere nell’ovvio. L’autore mette al
bando non solo i luoghi comuni ma anche le scene cruente che affollano certa
letteratura contemporanea. Perno della storia sono alcune carte da gioco
napoletane, con un caratteristica quanto meno inquietante. "Bastò strappare il
lembo della busta – scrive Bresciani - per vedere cadere a terra tre mezze carte
da gioco. Strappate a metà: il quattro di bastoni, il quattro di denari e il
quattro di coppe. Poi c’era un quattro di spade. Ma di quella carta erano tutte
e due le metà: erano state strappate e poi riunite con il nastro adesivo. Che
gioco era questo? Poi una lettera: forse la spiegazione del rebus?"
Il protagonista, Gianni, un uomo la
cui esistenza fino ad allora era stata fin troppo piatta e banale, piacevole e
agiata, si ritrova catapultato in un enigma all’apparenza inestricabile che
cercherà di sciogliere anche con l’aiuto dei nuovi media, primo fra tutti
Facebook. E scoprirà che quelle carte altro non sono che la metafora di tante
vite e di legami di sangue strappati in attesa di ricongiungersi. Proprio quando
tutte le sue certezze sembrano essere saltate in aria sotto il soffio di un
destino prepotente e beffardo, piano piano i pezzi del puzzle si ricompongono,
nonostante gli impedimenti opposti dalla vuota burocrazia e da istituzioni
anacronistiche.
di
Alessandro Venditti
13 marzo 2013 |