Eccezionale scoperta archeologica a Ciampino |
Il mito della
sventurata Niobe
Niobe
poteva considerarsi una donna fortunata. Da suo marito Anfione, re di Tebe,
aveva avuto ben quattordici figli, sette maschi e sette femmine. Il suo orgoglio
di madre crebbe fino a trasformarsi in superbia. Arrivò a cercare di impedire
che i tebani facessero dei sacrifici a Latona. Secondo il racconto di Igino,
disse che la dea era meno degna di onori di lei, avendo solo due figli, Apollo e
Artemide. Terribile fu la vendetta di Latona, che mandò i suoi figli, armati di
arco e frecce, a vendicarla. Apollo mirò ai fanciulli, Artemide alle ragazze.
L’infelice Niobe, distrutta dal dolore, sarebbe stata mutata da Giove in un
sasso.
Un mito così
straziante che nell’antichità greca e romana è stato spesso fonte di ispirazione
per gli artisti.
Una scoperta
eccezionale fa tornare alla ribalta la vicenda della sventurata madre. E’ venuta
alla luce a Ciampino una lussuosa villa romana, attribuita grazie ai bolli sulle
tubature a Marco Valerio Messalla Corvino, comandante nella battaglia di Azio
nel 31 a. C. e mecenate di intellettuali e poeti d’età augustea. All’interno di
una pertinenza della villa, una piscina scoperta lunga più di venti metri, con
le pareti dipinte di azzurro, sono state trovate sette statue alte un paio di
metri in ottimo stato di conservazione e alcuni frammenti, parte di un gruppo
che raffigurava appunto la tragedia di Niobe e dei sui figli. Ci sono anche due
giovani che osservano l’eccidio dei fratelli. Secondo alcune versioni del mito,
infatti, due dei figli maschi di Niobe – Cloride e Amicla – sarebbero rimasti
illesi.
di
Cinzia Dal Maso
16 gennaio 2013 |
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