Alla
cerimonia, che si è svolta con il patrocinio del Municipio Roma
centro storico, hanno partecipato oltre ai venti artisti in gara
(tra cui Luciana Adami, Loretta Antoniozzi, Marino Anna, Marcello
Stazi e Olga Mastronardi) anche il Maestro Fausto D’Orazio, la
giornalista Mara Ferloni, Antonio Mazza, direttore de "La voce di
tutti", il critico d’arte Giuseppe Giannantonio e il giornalista e
scrittore Franco Calabrò. La direzione artistica dell’evento è stata
affidata al prof. Alfredo Borghini.
Ad
aggiudicarsi il primo posto sono state due tele dell’artista
calabrese Olga Mastronardi, romana d’adozione, due paesaggi che ben
spiegano la sua continua sperimentazione, coltivata con una certa
ritrosia a un’ostentata visibilità e la timidezza di chi considera
l’arte vero e proprio cibo dell’anima.
Colpisce in queste due opere (in foto, vicino alla Mastronardi)
l’importanza data alla scelta del colore. L’albero tropicale –
richiamando la forza atavica di un ulivo che alla terra si lega e
alla terra riporta – è dominato dal blu. Come un corpo fatto di
muscoli plastici e guizzanti si protende verso il mare. La sua
ostinazione è una volontà coraggiosa che lo spinge alla vita e
sembra ricordare le atmosfere di certe novelle di Giuseppe Verga, in
cui personaggi, impastati di terra e di storia, sono la necessità di
un hic et nunc, comunque sia e nonostante le difficoltà.
L’altro quadro, sempre un olio, rappresenta una veduta toscana, un
paesaggio che l’artista confida di aver visto durante un viaggio in
auto. Dalla suggestione della visione, all’estemporaneo disegno,
Olga riporta la volontà di lavorare sul soggetto attraverso il
colore. Così il ricordo sprofonda nei toni rosati, aranciati della
sua tavolozza in una veduta dalla pennellata onirica, romantica,
sognante. La forza di questa artista è nella positiva aurea con cui
riveste i suoi lavori, una spinta costruttiva volta al bello e alla
rappresentazione entusiasta del meraviglioso spettacolo della
natura. Attendiamo presto di vederla in esposizione con una
personale che sappia cogliere i punti salienti del suo discorso
poetico, la scelta accurata del linguaggio e l’intima ricerca.