E’ quello che
accade a Raffaella, protagonista di "Serata omicidio", commedia scritta e
diretta da Giuseppe Sorgi che abbiamo visto in scena al Teatro Sette.
L’inserzione
sembrerebbe rientrare in uno scherzo di pessimo gusto se non fosse che, attratti
dall’invito, strani personaggi non si dessero davvero appuntamento in via
Brunelleschi, forse attirati dall’idea di essere al centro di un macabro fatto
di cronaca.
Oltre alla
sventurata padrona di casa, alle prese con il trasloco, e alla sua amica
annoiata dalla vita cittadina, ecco arrivare una criminologa fai da te cresciuta
a pane e Fox Crime, con vestito anni Trenta che ricorda la nerista tv Cinzia
Tani e tanto di lente di ingrandimento e ferri da calza alla Jessica Fletcher.
Ma l’invito telematico viene accolto anche da una psicolabile che vive nel
ricordo ossessivo del suo ex, un po’ maniaca e persino ninfomane. Poi c’è un
detective privato modello Colombo, impermeabile gualcito e aria un po’ assorta e
una signora dall’abbigliamento vintage chiusa in quello che lei stessa definisce
"un lutto esistenziale". Se aggiungiamo che a interpretare questi ruoli sono i
comici del Gruppetto (già noti al grande pubblico per la partecipazione a Zelig)
capirete bene che noir, comicità e un pizzico di giallo vi traghetteranno in due
ore di spettacolo ben costruito e dai ritmi serrati in cui tutto avviene in un
concatenarsi di azioni, passando per l’omicidio che effettivamente avrà luogo,
fino ad arrivare a un finale che non vi sareste aspettati. In "Serata omicidio"
si ride, si resta legati alla suspence della trama e si riflette.
In fondo, per
tenersi stretto il proprio compagno, bisogna davvero pensarle tutte. Meritati
gli applausi. Speriamo di nuovo in scena, prestissimo.