Il
disco della frizione di una vecchia millecento si trasforma nel
guscio di una chiocciola, mentre un vecchio forcone diventa la coda
di un gallo. Ci sono poi vecchi attrezzi, ferri rugginosi, tubi e
falcetti dimenticati in cantine, parti di macchine in disuso: i
materiali più disparati, incontrandosi e sovrapponendosi, creano
nuove forme e figure e danno origine a una straordinaria "Fattoria
degli animali meccanici" nelle sculture di Patrizia Lottini, in
mostra alla sala Santa Rita (via Montanara, presso piazza Campitelli)
fino al prossimo 2 marzo.
L’artista destruttura e recupera a nuova vita attrezzi e macchine
che raccontano il lavoro dei campi e dal sapiente assemblaggio di
questa ferraglia arrugginita crea attraverso la sua fantasia diversi
e strani tipi di vita animale oppure sconosciuti abitanti dei boschi
maremmani, in bilico tra saghe ed estro creativo.
La
mostra, a cura di Norberto Vezzoli, è promossa dall’Assessorato alle
Politiche Culturali e Centro Storico di Roma Capitale Dipartimento
Cultura – Ufficio Programmazione e Gestione Spazi Culturali in
collaborazione con Zètema Progetto Cultura.
Il
percorso creativo dell’artista grossetana nasce dal suo stretto
rapporto con l’ambiente naturale della maremma. Il contatto costante
con l’esperienza di fattoria, la conoscenza della funzione degli
attrezzi e la dimestichezza con la vita degli animali si unisce allo
studio delle antiche saghe e leggende locali, costituendo il filo di
collegamento coerente di tutto il lavoro della scultrice.
Nel
lavoro di Patrizia Lottini prevale la manualità: la costruzione
procede con tempi lunghi e la scultura prende forma lentamente, in
linea con i ritmi delle stagioni per dare poi vita all’arte.
Patrizia Lottini è nata a Grosseto nel 1955 e da qualche anno vive
in una piccola fattoria al Pian dei Bichi, nel comune di Roccastrada,
nel cuore della maremma grossetana. Dopo il diploma magistrale ha
frequentato a Roma la Facoltà di Lettere.
Alla
CCIAA di Grosseto, le vengono affidate per anni, oltre alle normali
funzioni d’ufficio, la cura e la creazione degli allestimenti in
manifestazioni e fiere alle quali l’Ente partecipa.
Dal
2005 decide di dedicarsi a tempo pieno ai suoi principali interessi:
la fotografia, il disegno e la scultura divengono così il suo
universo. Lascia l’impiego, apre un laboratorio e si dedica alla
ricerca di nuove forme.
Collabora con sue scenografie originali alle messe in scena teatrali
della Compagnia Instabile dei Dintorni di Roccastrada e negli ultimi
anni si dedica totalmente alla scultura con ferraglia recuperata e
rottami.
La
prima esposizione di queste opere, Ruggine e seta, si è svolta a
giugno 2007 nei bastioni delle mura, organizzata dalla pro-loco di
Grosseto, seguita da una seconda personale nel 2009, negli stessi
spazi.
Nell’estate del 2009 e del 2010 ha partecipato alla collettiva
Mostra alla Rocca organizzata dal Comune di Roccatederighi. Sue
opere sono presenti in collezioni private in Italia, Francia,
Svizzera, Germania, Danimarca e Canada.