l
9 febbraio del 1849, in Campidoglio, fu solennemente proclamata la
Repubblica Romana: un’esperienza straordinaria durata appena cinque
mesi e soffocata nel sangue, che ha però lasciato un limpido esempio
di progresso morale e civile, sostenuto da uomini e da donne
eccezionali.
Per
celebrare la ricorrenza nel suo centosessantaquattresimo
anniversario, si sono tenute varie manifestazioni sul Gianicolo, il
luogo simbolo che fu teatro degli scontri tra i difensori della
neonata Repubblica e i francesi del generale Oudinot.
La
prima cerimonia, che ha visto il sindaco Gianni Alemanno deporre una
corona di alloro al Mausoleo Ossario Garibaldino, è stata arricchita
da un evento del tutto particolare: è stato dato l’annuncio
ufficiale di una nuova inumazione nel Mausoleo. Si tratta di un
giovane sottotenente di artiglieria, Paolo Narducci, considerato il
primo caduto per la difesa di Roma, ferito mortalmente al petto
durante la vittoriosa battaglia del 30 aprile e le cui spoglie erano
rimaste per 163 anni nella tomba di famiglia al Verano.
"Quella
di oggi – ha spiegato Alemanno – è una giornata importante, che ci
ricorda l'esperienza di giovani come Paolo Narducci, che sono un
esempio della capacità di offrirsi all'amore della patria". La
Repubblica Romana è stata "un grande esperimento politico. I
riferimenti che guidarono quell'esperimento glorioso devono essere
tenuti sempre presenti, perché i valori di libertà e democrazia che
si sposavano con gli antichi valori repubblicani costituiscono una
sorta di antefatto della Repubblica Italiana".
La
giornalista e storica Cinzia Dal Maso ha tracciato una breve
biografia del giovane eroe, che era nato a Roma l’8 giugno del 1829
e aveva studiato con profitto prima disegno all’Accademia di San
Luca e poi filosofia e matematica a La Sapienza. Il 23 ottobre del
1848, nell’esame per diventare cadetto di artiglieria, era risultato
il migliore. Attendendo l’arrivo degli assalitori francesi, aveva
chiesto e ottenuto di essere mandato in prima linea. Rilevò che la
Porta Pertusa, alla cui difesa era stato assegnato, era debolmente
murata e la fece rinforzare. Il giorno dello scontro seppe battersi
come un vecchio soldato e la solenne sconfitta subita il 30 aprile
dai francesi fu anche determinata dal coraggio e dalla lungimiranza
di Paolo Narducci.
Gli
interventi sono stati introdotti da Francesca Bertozzi, responsabile
del Sacrario Gianicolense. Erano presenti i rappresentanti della
sezione romana dell’Associazione Mazziniana Italiana, presieduta da
Massimo Scioscioli.
La
Banda musicale della Polizia Locale di Roma Capitale ha eseguito con
la consueta bravura vari brani risorgimentali, anche nel corso
dell’appuntamento successivo al Mausoleo, organizzato dall’Istituto
Internazionale di Studi Giuseppe Garibaldi, dai Garibaldini per
l’Italia, dall’Associazione Nazionale Garibaldina, dall’associazione
nazionale "Cacciatori delle Alpi" e dalla Società di Mutuo Soccorso
Giuseppe Garibaldi.
Apprezzato da tutti i presenti il discorso di Giuseppe Garibaldi,
pronipote dell’Eroe dei due Mondi, che ha reso onore ai caduti
accorsi per donare la propria vita in nome di un ideale. "E’ stato
proprio il bisnonno a desiderare questo Mausoleo e il monumento
attuale è stato realizzato grazie all’interessamento di mio padre
Ezio, allora presidente della Società Reduci Patrie Battaglie".
"In
questa Italia ove da anni la Costituzione è minacciata dalla
corruzione e dagli interessi di parte, assume maggior rilievo la
straordinaria avventura della Repubblica Romana, dei suoi valori e
delle sue finalità", ha detto Paolo Macoratti, presidente dei
Garibaldini per l’Italia. "Possiamo imparare molto dallo studio e
approfondimento di quella stagione; e forse una delle lezioni più
importanti che dovremmo ereditare è la responsabilità personale,
sostituendo la cultura del fatalismo con la cultura della
partecipazione".
Il
prof. Franco Tamassia, direttore dell’Istituto Internazionale di
Studi Giuseppe Garibaldi, ha ricordato i grandi valori della
Repubblica del 1849, che voleva recuperare i principi fondamentali
del diritto romano.
Ha
coordinato i discorsi dei rappresentanti delle Associazioni Enrica
Quaranta, attrice e sceneggiatrice.
Alla
cerimonia delle 12,30, rallegrata dalle note della Banda Nazionale
garibaldina di Mugnano, hanno partecipato l’associazione Amilcare
Cipriani – Comitato Gianicolo, presieduta da Enrico Luciani,
l’Istituto d’Istruzione Superiore Federico Caffè, il Liceo Classico
Luciano Manara e il consigliere Paolo Peluffo, sottosegretario di
Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.