Il
24 novembre del 1849 Pio IX, vestito come un semplice sacerdote, fuggì da Roma e
dai disordini che vi susseguivano in una carrozza chiusa. La sera del 25 era al
sicuro nella fortezza di Gaeta, che allora faceva parte del Regno delle Due
Sicilie. Patrioti affluivano a Roma da tutt’Italia.
Il 12 dicembre la
Camera decretò la costituzione di una "provvisoria e suprema Giunta di Stato".
Puntuale arrivò la protesta del Pontefice, che lamentava "l’usurpazione dei
Sovrani poteri". Il 21 e 22 gennaio 1849 si tennero, senza incidenti, su tutto
il territorio dello Stato, le elezioni per la Costituente romana. Nonostante il
Papa avesse minacciato di scomunica tutti coloro che vi avessero partecipato,
l’afflusso alle urne fu straordinario: circa 250 mila votanti, un terzo
dell’intero corpo elettorale. Il 9 febbraio, in Campidoglio, fu solennemente
proclamata la Repubblica romana e Mameli inviò a Mazzini un lapidario messaggio
destinato a diventare famoso: "Roma. Repubblica. Venite".
Per celebrare la
proclamazione della Repubblica Romana e per non dimenticare quella straordinaria
esperienza - soffocata sul Gianicolo dal piombo francese del generale Oudinot,
ma ancora viva e pulsante nei valori che l’hanno animata - l’Istituto
Internazionale di Studi Giuseppe Garibaldi, i Garibaldini per l’Italia,
l’Associazione Nazionale Garibaldina, l’associazione nazionale "Cacciatori delle
Alpi" e la Società di Mutuo Soccorso Giuseppe Garibaldi hanno organizzato una
cerimonia presso il Mausoleo Ossario Gianicolense (via Garibaldi 29).
L’appuntamento è
per sabato 9 febbraio alle ore 11. Saranno presenti studenti e docenti di scuole
romane, oltre a rappresentanti di Associazioni Combattentistiche e d’Arma.