Nel
1841 il principe Alessandro Torlonia commissionò il teatro della
villa sulla via Nomentana per festeggiare le sue nozze con Teresa
Colonna, ma i lavori terminarono solo nel 1874. Furono anche
realizzati ambienti laterali per intrattenere gli ospiti durante le
feste private del principe. Il progetto dell’architetto Quintiliano
Raimondi rispecchiò il gusto eclettico dell’epoca: uno stile
classico e maestoso nel corpo centrale, modelli nordici nella serra
in vetro e ghisa del prospetto meridionale, una sala gotica e una
sala moresca, oltre a stanze con imitazioni della pittura greca e di
quella rinascimentale. Quasi tutte le decorazioni del Teatro furono
realizzate da Costantino Brumidi, un grande artista poco noto in
Italia ma celebre negli Stati Uniti. La
prima e unica volta che il Teatro di Villa Torlonia ospitò uno
spettacolo pubblico fu nel 1905. Nel
1978 tutto il complesso di Villa Torlonia fu acquisito dal Comune di
Roma. I danni provocati dall’occupazione anglo-americana (1944-1947)
e da decenni di furti e abbandono avevano reso il teatro fatiscente,
provandolo anche degli arredi. Finalmente la struttura è stata
riportata all’originario splendore grazie ai lavori restauro e di
adeguamento funzionale, progettati dall’architetto Piercarlo
Crachi e diretti dall’Area Progettazione di Zètema sotto
il controllo e la supervisione scientifica della
Sovrintendenza Capitolina.
Se da
un lato si è provveduto al recupero filologico degli ambienti
originari e degli apparati decorativi, dall’altro sono stati
radicalmente aggiornati gli apparati impiantistici e
tecnologici, grazie al finanziamento di Roma Capitale con il
contributo di Pirelli SPA sulla base di un accurato progetto
promosso dalla Sovrintendenza
Capitolina.
I
lavori, realizzati dall’impresa Sac appalti e costruzioni di
Claudio ed Emiliano Cerasi, hanno trasformato il complesso in
una straordinaria macchina scenica capace di accogliere le funzioni
sia di spazio museale sia teatrale.
di
Annalisa Venditti
07 dicembre 2013
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