Tacchi misti: un successo
Un
recente sondaggio effettuato su 2400 donne tra i 30 e i 56 anni ha
rivelato che il 42% preferisce le scarpe con tacco dodici, il 21% i
sandali, il 15% le ballerine, il 10% gli stivali e i sandali. La
ricerca ha collegato anche ciascuna tipologia di scarpa a uno
specifico carattere femminile. Infatti, le donne che preferiscono il
tacco dodici sono imprevedibili e molto femminili, le
zeppe si addicono alle aggressive, i sandali alle allegre,
il mocassini alle furbe, le ballerine alle ingenue, mentre
gli stivali sono per le femminili-volubili. Infine, le sneakers
sono ricercate dalle donne sicure di sé, le infradito
dalle spontanee.
Un
originale riscontro caratteriale riferito alle scarpe è stato dato
al Teatro Due con lo spettacolo dal titolo "Tacchi misti", in
cui sedici paia di scarpe per quattro attrici danno vita a sedici
personaggi femminili tratti dal libro "Accessories" di Gloria
Calderòn Kellet. Ed è proprio una "voce" riferita alla Kellet che,
all’inizio dello spettacolo, ha spiegato il perché della carrellata
femminile: "Trovare un uomo che vale è impresa difficile. Trovare
un buon monologo, ancora di più. Specialmente se sei una ragazza.
Così ho deciso di mettermi a scrivere monologhi per le donne... ed è
così che sono nati i miei spettacoli teatrali. Ho avuto la fortuna,
nella mia vita, di incontrare molte donne interessanti e questi
monologhi sono una dichiarazione d’amore verso di loro".
"Tacchi
misti" è una
divertentissima galleria di donne con storie e sfoghi diversi
che si snoda attraverso le loro esperienze, ironiche, graffianti,
audaci, raccontate, cantate e ballate in una sequenza rapidissima di
ritratti: a ogni figura femminile corrispondono un paio di scarpe e
un nome, iniziando da Eva, per proseguire poi con la
vigilessa, la fidanzata, la casalinga, la
cinica, la prima donna. la suora, la ninfomane,
la sessuologa e altre ancora. Insomma, una celebrazione
della donna moderna attraverso figure ricorrenti, anche dal
carattere stravagante.
Quasi
un girotondo in rapidissima sequenza, al cui interno, dirette da
Ferdinando Ceriani, si sono alternate sul palcoscenico Carla
Ferraro, Corinna Lo Castro, Valentina Martino Ghiglia e Silvia
Siravo, tutte in perfetto equilibrio scenico, graffianti,
istrioniche, pronte a prestare corpo, anima e voce all’universo
femminile rappresentato. Il comune denominatore è comunque la risata
che ha accompagnato i sedici soggetti femminili, tutti protesi verso
una prospettiva diversa, svelando insoddisfazioni e insicurezze, ma
anche prese di coscienza e rinnovata vitalità.
Le
quattro attrici hanno ricevuto grandi e prolungati applausi dal
pubblico che ha apprezzato le loro evoluzioni vocali e espressive e
il coinvolgimento a cui è stato sottoposto.
di
Antonio Venditti
17
ottobre 2012 |