Scrittori e pittori del passato in un volume di Renato Mammucari |
Viaggio
dentro Roma e attraverso il tempo
"Una
guida di Roma è impossibile scriverla perché non basterebbero decine
di volumi per descrivere non solo e non tanto i monumenti, le
chiese, i palazzi ed i musei che in questa città si trovano
disseminati come coriandoli, ma soprattutto i quasi tremila anni di
civiltà che hanno fatto sì, al pari di un mosaico realizzato non in
orizzontale ma in verticale, che divenisse quella che è ossia l’Urbs
per antonomasia",
spiega Renato Mammucari nella prefazione del suo volume "Roma.
Viaggio dentro la città". (Edimond, 168 pagine riccamente
illustrate, 16,00 euro). Affermazione condivisibile, ma subito in
parte smentita dallo stesso Mammucari, che nel suo libro ci regala
molto più che una guida: una sorta di gigantesco affresco diviso in
trenta grandi tappe in cui i monumenti più importanti non sono
semplicemente descritti nella loro intrinseca bellezza, ma trovano
nuova vita attraverso le descrizioni e le immagini dei viaggiatori
del passato, che ne restituiscono particolari ormai persi per
sempre, suggestioni, atmosfere non più rintracciabili. Infatti, come
scriveva Paul Vasili nel 1887, "Roma,
la grande città dei pensatori, dei credenti, degli artisti è finita,
non la troveremo più, non ci resta che darle l’estremo saluto. Il
governo italiano, volendo fare di Roma una capitale moderna che
sostituisse la città unica, incomparabile del passato, ha
contribuito a distruggere l’antico tempio dell’arte. Il governo
agisce bene per l’Italia e male per Roma, poiché intorno agli
antichi monumenti costruisce vie nuove e troppo larghe. Tira a
lucido le rovine e mette etichette sui ruderi maestosi".
Mammucari ci accompagna nella città dei Cesari e in quella dei Papi,
molto spesso congiunte così strettamente da non riuscire a
distinguerne i confini, riuscendo a farci emozionare con immagini
scelte accuratamente nel vasto repertorio iconografico che conosce
alla perfezione e ama con la gelosa dedizione del collezionista
prima che dello storico dell’arte. E allora c’è l’ariosa grandezza
della piazza del Quirinale vista nel 1773 da Giovanni Paolo Panini,
con i Dioscuri ma ancora senza obelisco, e la sua folla eterogenea e
variopinta che si addensa e si divide, festosa e fannullona, ma c’è
anche lo stesso spazio visto da un’altra angolatura e quasi un
secolo e mezzo più tardi, nella severa litografia di Philippe
Benoist. I tempi cambiano e con loro mutano le persone, le mode, gli
abbigliamenti. In un olio di metà Ottocento la scalinata di Trinità
de’ Monti è popolata da un intero repertorio di soggetti: un pittore
in cerca dei suoi modelli, anziani e bambini, un’anziana coppia a
passeggio con il cagnolino, un mendicante, un pellegrino e persino i
giocatori di morra, un po’ truci con i loro lunghi mantelli e i
cappelli alla calabrese. In un acquerello di Federico Schianchi del
1890 la celebre gradinata è inondata da azalee e scesa a passo
veloce da un gruppetto di seminaristi con le loro sgargianti tonache
rosse. Nella xilografia acquerellata di appena sei anni più tardi
l’atmosfera festosa è del tutto sparita e la scalinata è frequentata
da rare sagome scure, anonime e frettolose.
Nel
corso della presentazione del volume che si è tenuta nella splendida
cornice di Palazzo Rondinini, Cesare Terracina, docente di Storia
dell’Arte contemporanea all’università La Sapienza, ha detto che
"la memoria passa attraverso questo libro, che ci dà il piacere di
tornare indietro. Il filo che lega il tutto è il grande amore per la
città di viaggiatori". Si è poi soffermato sul tema del
Carnevale, una festa che univa gli artisti di tutte le nazioni
presenti a Roma, una città che finiva per diventare un salotto
artistico en plein air.
Renato
Mammucari ha ricordato il suo lungo impegno per far conoscere alcuni
pittori di una valenza incredibile che la critica contemporanea
aveva dimenticato.
"Il
pregio di questo libro - ha
specificato Vincenzo De Caprio – è il senso del passato che
continua attraverso i secoli". Nel volume ci sono tre linee di
riferimento che interagiscono: "lo spazio monumentale della Città
Eterna; il visitatore contemporaneo (e con lui l’autore del testo);
i viaggiatori del passato, scrittori e artisti, che si sono
confrontati con Roma e ne hanno lasciato memoria".
"La guida di Mammucari vuole offrire, oltre a
una conoscenza razionale, anche il senso di una continuità nel tempo
e soprattutto una conoscenza emotiva dei luoghi, facilitando con
essi un’interazione sentimentale, la sintonia che può stabilirsi fra
i monumenti, le vie, le piazze della città, e la soggettività del
viaggiatore che li guarda attraverso la propria cultura e la propria
sensibilità"
di
Antonio Venditti e
Cinzia Dal Maso
21 novembre 2012 |
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