Fino al
17 marzo presso l’Archivio Storico Capitolino, in piazza
dell’Orologio 4, la mostra "Testamenti di grandi italiani" aiuterà a
tratteggiare dimensione umana di personaggi noti principalmente per
le loro virtù pubbliche.
L’esposizione - realizzata nell’ambito delle celebrazioni dei 150
anni dell’Unità d’Italia - è curata dal Consiglio Nazionale del
Notariato e dalla Fondazione Italiana del Notariato, ed è
organizzata in collaborazione con l’Unità Tecnica di Missione 150
della Presidenza del Consiglio dei Ministri e con l’Assessorato alle
Politiche Culturali e Centro Storico di Roma Capitale.
Attraverso documenti custoditi negli Archivi notarili distrettuali,
negli Archivi di Stato o nei Musei nazionali – in originale o in
riproduzione - si potranno conoscere meglio figure come quelle di
Giuseppe Verdi, di Grazia Deledda, di Guglielmo Marconi, di Caruso o
di Cavour. Per l’occasione il Consiglio Nazionale del Notariato ha
disposto i lavori di restauro sul codicillo testamentario di
Giuseppe Garibaldi, scritto di suo pugno il giorno prima di morire a
Caprera, ossia il 1° giugno 1882. L’eroe si preoccupava dei suoi
figli più piccoli e li affidava alle cure del maggiore, Menotti.
Ettore
Petrolini, nelle sue ultime volontà, lasciò ai figli la villa di
Castelgandolfo, con l’obbligo di alloggiarvi anche se moglie, se non
si fosse rimaritata.
Luigi
Pirandello voleva un funerale semplicissimo, con un carro d’infima
classe, senza la partecipazione né di parenti né di amici. Voleva
essere cremato. "E il mio corpo, appena arso, sia lasciato
disperdere perché niente, neppure la cenere, vorrei avanzasse di
me".
"Non
poteva mancare in questo scenario l’attenzione ai testamenti
femminili, fonte per lo studio della storia delle donne", spiega
Emanuela Bruni, direttore per la Comunicazione e le Relazioni
Esterne del Comitato per le Celebrazioni del 150° Anniversario
dell’Unità d’Italia. "Le tematiche del lascito testamentario sono
una miniera d’informazioni sulla strada dell’emancipazione
femminile. Dietro ogni atto testamentario del XIX secolo c’è la
possibilità di leggere l’idea di autonomia e libertà che andava
maturando in quegli anni. Questi documenti non attestano solo gli
aspetti legati alle pratiche di devoluzione e funerarie ma aprono
scenari relativi ai sentimenti, agli affetti, alle idee religiose,
alle relazioni sociali con il sistema caritativo e assistenziale".
La
Fondazione Italiana del Notariato ha disposto, inoltre, una borsa di
studio da diecimila euro per la schedatura di 62 volumi contenenti
atti notarili relativi al XVI secolo, conservati presso l’Archivio
Storico Capitolino nell’Archivio Notarile Urbano, allo scopo di
creare uno strumento informatico che ne consentirà una più rapida
consultazione.