Grande
successo, al "Teatro Studio Keiros" di Roma, per lo spettacolo "Il
tabulé di Tito", regia di Stefano Maria Palmitessa.
L’allestimento si caratterizza per i toni surreali e grotteschi che
rendono questa tragedia della vendetta
"un mondo dove i silenzi e gli improvvisi
rumori convivono, strutturando una catena inestricabile in cui ogni
carnefice diviene vittima e viceversa".
La
pièce è interpretata da Pino Tossici (Tito), Giulia Tuzzi (Marzia),
Massimiliano Calabrese (Aronne), Mary Fotia (Demetria), Manuela
Cipriani (Lavinia) e Monica Maffei (Tamora), dalle potenti quanto
inquietanti qualità vocali.
"Shakespeare – si legge nelle note di regia –
benché colmò il suo "Tito Andronico" di quelle
tematiche che avrebbe poi sviluppato nelle opere successive del suo
inestimabile repertorio, concepì questa sua opera con un marcato
gusto popolare, carica di una forte vitalità drammatica, non priva
di un raffinato gusto per il grottesco. Quest’ultimo elemento è
quello che abbiamo esplorato e sviluppato, proponendo un dramma
stravagante e fuori dalle regole".
Palmitessa attribuisce grande importanza all’estetica visuale dello
spettacolo. L’ispirazione è tratta dal cromatismo e dal formalismo
della pittura contemporanea avanguardista. Tra gli elementi
scenografici, realizzati da Silvano Martorana, sono presenti a far
da cornice agli eventi in scena anche alcuni dipinti di Stefano
Zampieri.
La
realizzazione del make-up degli attori, fortemente legato ai quadri
dei suprematisti russi, è a cura dell’Accademia di Trucco
Professionale di Roma. La ricerca di potenzialità vocali è un’altra
delle attenzioni del regista, che alla ricchezza di sfumature
ritmiche e canore aggiunge, ad incastro, le composizioni musicali di
Silverio Scramoncin.