Un San Sebastiano anziano e severo
La
chiesa di San Pietro in Vincoli, di antichissime origini e famosa in tutto il
mondo per il monumento funebre di papa Giulio II con il Mosè di Michelangelo, è
ricca di tesori d’arte e di storia. Tra questi, presso il secondo altare della
navata sinistra, è una interessante immagine in mosaico di San Sebastiano, assai
diversa da quella del bellissimo giovane seminudo colpito da qualche freccia a
cui ci ha abituato l’iconografia rinascimentale, ma molto più vicina alla realtà
storica. Secondo la "Passio sancti Sebastiani", compilata nel V secolo, questi
era un ufficiale della guardia imperiale che soccorreva e visitava i cristiani
arrestati. Avrebbe anche fatto convertire il governatore di Roma Cromazio e suo
figlio Tiburzio. Quando l’imperatore Diocleziano venne a conoscenza della fede
di Sebastiano, lo mandò a chiamare e lo condannò a morte. Fu legato a un palo e
trafitto da tante frecce che sembrava un istrice. Stando alla "Leggenda Aurea",
però, Sebastiano non sarebbe morto. Fu affidato alle cure di Sant’Irene, che
riuscì miracolosamente a guarirlo. Subì una nuova condanna, stavolta fatale, e
fu seppellito dalla vedova Licinia nella catacomba sulla via Appia che prende il
suo nome e dove venivano venerati anche i Santi Pietro e Paolo.
Il mosaico di San
Pietro in Vincoli raffigura il martire in età avanzata, con la barba e
sontuosamente abbigliato da militare. Sul lungo mantello orlato d’oro, la
clamide, è un inserto purpureo romboidale, il tablion, simbolo di potere e
dignità. Il volto severo e corrucciato è incorniciato da una calotta di riccioli
bianchi e circondato dall’aureola.
La preziosa icona
fu realizzata intorno al 680 in stile bizantino. Come si legge nell’epigrafe a
destra, l’immagine è legata a una terribile epidemia di peste che si abbatté su
Roma durante il pontificato di papa Agatone.
Il mosaico fu
ampiamente restaurato tra il 1681 e il 1682, forse dal pittore e mosaicista
Giovan Battista Calandra, quando fu trasferita, insieme all’affresco della
Madonna con il Bambino un tempo attribuito ad Antoniazzo Romano, dall’altare
vicino all’entrata. Attualmente il mosaico è impreziosito da una cornice
barocca.
Anche nella
Catacomba di San Callisto un affresco del IV secolo raffigura San Sebastiano
come un uomo adulto e togato.
di
Cinzia Dal Maso
09 maggio 2012 |