I
furti del nostro patrimonio culturale sono diminuiti negli ultimi
cinque anni del 35%, in particolare nel 2011 del 16,4% rispetto
all’anno precedente. Tra gli oggetti trafugati i preferiti risultano
i beni librari, filatelici e numismatici, i dipinti e gli oggetti
chiesastici. Maggiormente interessati dai furti risultano i musei,
gli enti pubblici e privati e le chiese. La regioni più colpite sono
state la Lombardia, il Lazio e la Toscana. Negli ultimi cinque anni
gli scavi clandestini in Italia sono diminuiti dell’80% circa. I
dati sono forniti dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio
Culturale la cui creazione, che risale al 3 maggio 1969, è dovuta
alla necessità di fronteggiare il fenomeno della depauperazione del
patrimonio culturale nazionale per mezzo di un organismo di polizia
specializzato a impedirne l’esportazione illecita e a favorirne il
recupero. L’Italia, per prima, ha così anticipato di un anno la
raccomandazione dell’Unesco rivolta agli stati aderenti perché
adottassero le misure più idonee a fronteggiare questo fenomeno
criminale.
Dal
2001 il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, in piazza
Sant’Ignazio 152 collabora direttamente con il Ministero per i Beni
e le Attività culturali.
L’attuale configurazione del reparto vede il comando retto dal 2010
dal Generale di Brigata Pasquale Muggeo e articolato su un ufficio
Comando Operativo, 12 Nuclei e una Sezione. Di notevole utilità è la
"Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti",
creata nel 1980, la cui gestione è assegnata alla Sezione
Elaborazione dati in via Anicia 24: è il database più ampio del
mondo. La scelta del personale, necessariamente dotato di una idonea
preparazione culturale, è curata dal Centro nazionale di selezione e
reclutamento dell’Arma, mentre l’addestramento si svolge attraverso
corsi di specializzazione.
In
questi anni innumerevoli sono state le operazioni effettuate per il
recupero di reperti esportati clandestinamente e per la restituzione
di oggetti di culto alle piccole comunità rurali, a cui si deve
aggiungere il contrasto agli scavi clandestini sistematici operati
da "tombaroli" che a volte agiscono in gruppi organizzati
utilizzando anche mezzi meccanici. Al riguardo il Comando TPC, in
collaborazione con il Raggruppamento Aeromobili Carabinieri e l’Arma
territoriale effettua periodici sorvoli e pattugliamenti nelle aree
archeologiche particolarmente esposte ai predatori clandestini. A
secondo della morfologia del terreno vengono impiegati anche reparti
a cavallo e, nei siti marini, le imbarcazioni del Servizio Navale e
delle Unità Subacquee dell’Arma. Infatti,la tutela del patrimonio
culturale subacqueo è un settore al quale da anni il Comando
rivolge, d’intesa con gli Organi centrali e periferici del Mi.BAC la
massima attenzione. In tale quadro il Comando da tempo effettua una
giornaliera attività di controllo dello stato di sicurezza delle
aree "sotto osservazione", mediante monitoraggi costieri con
l’ausilio degli elicotteri, dei mezzi navali e dei nuclei subacquei
specializzati nel settore dei Beni Culturali, che attraverso
numerose rilevazioni fotografiche di realtà archeologiche
sottomarine hanno dato impulso ad approfondimenti da parte degli
archeologi .
Anche
sorvoli aerei, precisi controlli e periodiche verifiche mirate
vengono effettuati per la tutela del paesaggio, inteso come prezioso
patrimonio culturale nazionale.
Visite
periodiche per prevenire sottrazioni vengono effettuate presso le
strutture rnuseali e le aree archeologiche dal personale del TPC per
individuare eventuali criticità e fornire consulenze per
l’adeguamento o il miglioramento della sicurezza attiva e passiva,
consentendo così alle Direzioni del Ministero per i Beni e le
Attività Culturali di intervenire in tempo utile apprestando le
modifiche più moderne. Infatti, non di rado i sistemi di sicurezza
vengono impostati senza l’indispensabile competenza, lasciando
inevitabilmente ampi margini all’approssimazione e all’incompetenza,
con il risultato di realizzare impianti mal concepiti, che all’atto
pratico risultano inadeguati a fronteggiare le aggressioni
delinquenziali a cui risultano esposti i beni culturali. Funzione
istituzionale degli uomini del Comando TPC è anche quella di
individuare con esattezza i punti di criticità in relazione al
rischio di furti di notevoli opere d’arte custodite nei musei.
Questo tipo di consulenze si coniuga con l’organizzazione da parte
del Comando di attività formative per gli operatori museali,
incentrate proprio sulla sicurezza e salvaguardia del nostro
patrimonio artistico.