I canterani di Filippo Raguzzini
La
scenografica sistemazione della piazza antistante la grande chiesa
di S. Ignazio si deve a Filippo Raguzzini, che la realizzò tra il
1727 e il 1728 con un corpo di case d’abitazione a più piani con
graziosi balconcini in ferro battuto: un fondale monumentale
costituito da quinte ricche di sorprese e curve. L’architetto seppe
fare un uso sapiente della geometria, accostando nel progetto tre
ovali tangenti, il più grande dei quali determina la curva del
palazzetto centrale, mentre i laterali determinano la forma degli
edifici che racchiudono la piazza. Ne derivò un capolavoro del
cosiddetto barocchetto, molto amato dalla committenza borghese
dell’epoca, amante della profusione di stucchi e modanature. In una
visione moderna, delle semplici case d’affitto avevano aria, luce,
affaccio su strada e diversificazione degli ambienti.
Sulla
parte posteriore di uno dei palazzi, in fondo a via del Burrò, si
legge ancora la tabella di proprietà nella cimasa del portale: "Casa
di Luigi Perego libera da ogni censo e canone". Il nome della strada
sembra derivi proprio da queste costruzioni settecentesche, definite
dal Milizia "ridicole case a foggia di canterano", ossia di
cassettone, che popolarmente veniva appunto chiamato "burrò".
Su uno
degli edifici sul lato sinistro è inserita un’edicola sacra del
XVIII secolo con un’immagine della Vergine con il Bambino e S. Luigi
Gonzaga.
La
piazza avrebbe dovuto dar respiro alla monumentale chiesa di S.
Ignazio. In effetti, però, la disposizione degli edifici del
Raguzzini non rende agevole la visione dell’imponente facciata dell’Algardi.
di
Cinzia Dal Maso
16 maggio 2012 |