Rose bianche per celebrare l’anniversario della
morte dell’eroina |
Omaggio a Colomba
Antonietti
Il
13 giugno del 1849 la Repubblica Romana aveva i giorni contati. Fin dalle prime
ore del mattino l’artiglieria francese del generale Oudinot aveva iniziato un
incessante bombardamento delle mura gianicolensi, per aprirvi delle brecce. Il
punto più bersagliato era il sesto Bastione, quello che si vede ancora oggi in
largo Giovanni Berchet. Proprio qui, intorno alle sei del pomeriggio, una palla
di cannone rimbalzava sul muro e feriva orribilmente un giovane soldato che
spirava di lì a poco, per un’emorragia inarrestabile. Un ufficiale, il conte
Luigi Porzi, si gettava su quel corpo in preda alla più profonda disperazione:
il soldato era sua moglie, Colomba Antonietti, che nonostante i suoi 22 anni da
tempo combatteva insieme al marito in abiti virili. Dopo un paio di mesi Luigi
Mercantini, il poeta che riuscì a far penetrare gli ideali risorgimentali e il
mito garibaldino nell’anima popolare italiana, compose l’ode "Una madre romana
alla sepoltura di Colomba Antonietti Porzio".
Una vicenda di vero
patriottismo, ma anche una struggente storia d’amore tra la figlia di un fornaio
e un nobile cadetto pontificio, che si sposarono andando contro le convenzioni
sociali dell’epoca.
In occasione del
163° anniversario della morte dell’eroina, sono state deposte delle rose presso
il suo busto sul Gianicolo. Ha partecipato alla cerimonia la sezione Romana
dell’Associazione Mazziniana, presieduta da Massimo Scioscioli. Presenti anche i
"Garibaldini per l’Italia", presieduti da Paolo Macorati, Franco Tamassia,
direttore dell’Istituto internazionale di Studi "Giuseppe Garibaldi" e alcuni
membri del Comitato Gianicolo.
Cinzia Dal Maso,
giornalista, scrittrice e autrice del libro "Colomba Antonietti. La vera storia
di un’eroina" (Edilazio), ha fatto un breve discorso introduttivo.
Annalisa Venditti,
giornalista e scrittrice, ha letto l’ode di Luigi Mercantini.
di
Alessandro Venditti
13 giugno 2012 |
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