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Una vita per i poveri dell’India e dell’Africa

 La missione di Suor Imelda

 Il 30 dicembre 2011, a Dar Es Salaam in Tanzania, si è conclusa la lunga vita missionaria di suor Imelda Morlin.

Nata a Caerano di San Marco il 17 ottobre del 1934,  quando aveva 22 anni lasciò il suo paese per entrare a far parte delle novizie delle sorelle Canossiane, destinate alle missioni nel mondo. Diventò infermiera ostetrica e studiò l’inglese prima di prendere i voti definitivi. Il 23 marzo 1966 partì in nave da Venezia per la sua prima missione nel sud dell’India, a Cherukunnu, in un grande ospedale e lebbrosario, lavorando senza sosta come infermiera responsabile della sala operatoria e come assistente e infermiera per i lebbrosi, facendo anche da istruttrice per le ragazze in campo medico. Per migliorare le condizioni delle donne povere dei villaggi, insegnò ed istituì scuole di ricamo e cucito.

Nel settembre del 1982 raggiunse una nuova comunità, Thumba, di cui fu superiora, dove si occupò dell’istruzione non solo di  donne giovani, ma anche di quelle sposate e bisognose, con una dedizione e un amore ricordati ancora oggi.

Nel 1985, con l’aiuto di amici benefattori, realizzò una casa di accoglienza in una zona tranquilla vicina al mare, a Vettatura, dove venne trasferita come superiora della comunità. Qui con grande entusiasmo continuò a seguire le famiglie bisognose e in particolare i giovani e bambini abbandonati. Costruì parecchie casette per i pescatori poveri del luogo, che poterono abbandonare le vecchie capanne cadenti e malsane.

Nel 1992 le venne proposto di andare a Veeraghattam nello Stato dell’Andra Pradesh per fondare e seguire la costruzione di un ospedale. Una volta terminata la struttura, vi lavorò come infermiera, donandosi con generosità e zelo ai poveri e agli ammalati.

Il suo amore speciale era per i bambini, che cercava di far crescere in salute mentale e fisica,  favorendo anche le adozioni internazionali.

In seguito collaborò con i Fratelli Monfortani e con l’aiuto di alcuni benefattori costruì una scuola, oggi frequentata da più di 300 bambini.

Nel 1995 fu trasferita nella comunità di Visakhapatnam-Visag - sempre in Andra Pradesh - dove acquistò una casa confinante con il convento e la convertì in ostello per le studentesse.

L’Istituto – però – preparava per lei una nuova missione. Suor Imelda lasciò l’India, dove aveva lavorato duramente per quasi 35 anni, e nel 2000 andò in Africa, alla periferia del Cairo, dove fu superiora fino al 2004, investendo tutta la sua esperienza, le sue energie, il suo entusiasmo. Progettò ed organizzò il lavoro tra i rifugiati Sudanesi. Promosse molte attività per le donne Sudanesi, mentre seguì la riparazione e la ristrutturazione di quella che sarebbe diventata la casa provinciale del Sudan ed Egitto, cui aggiunse l’asilo e la scuola vocazionale per i Sudanesi.

Nel 2004 le fu chiesto di andare in Uganda a Lweza, vicino a Kampala, per lavorare nel dispensario e per essere ponte d’amore e comunicazione con le sorelle del Congo che passavano attraverso l’Uganda per andare in Italia in vacanza. Anche qui ideò e costruì con l’aiuto di benefattori e volontari del suo paese natale, Caerano di San Marco, un efficiente asilo e procurò persino il pulmino per il trasporto dei bambini più lontani.

Nel settembre del 2011, entrò a far parte di una nuova missione in Tanzania, nella casa di Upanga.

Poco prima di Natale, un forte attacco di malaria e altre complicazioni la indebolirono fisicamente e fermarono il suo cuore generoso.

di Antonio Venditti

27 giugno 2012

 

 

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